Mercoledì 24 Aprile 2024

Cinesi a Cuba Una nuova crisi e il mondo trema

Cesare

De Carlo

La Cina come l’Urss. Xi come Kruscev. Ma Biden non è Kennedy. E Cuba questa volta può far precipitare l’olocausto nucleare. La storia si ripete. I comunisti cinesi aprono una base nell’isola caraibica. Inizialmente solo per l’Intelligence. Intelligence militare, ovviamente. In cambio i comunisti cubani avranno miliardi di dollari. L’accordo è rimasto segreto per un paio di mesi. Ieri l’ha rivelato il Wall Street Journal e John Kirby, portavoce della Casa Bianca, ha usato toni decisi: faremo di tutto per garantire la nostra sicurezza in casa, nella regione e nel mondo. Analoga 61 anni fa la reazione della Casa Bianca di John Kennedy. I sovietici avevano costruito una base missilistica a Cuba, appena 100 miglia dal territorio americano. Era la primavera del 1962. In Ottobre Kennedy ordinò il blocco aeronavale e pose un ultimatum: se le navi con i missili non avessero invertito la rotta, avrebbe attaccato l’Unione Sovietica. Per tredici giorni il mondo rimase col fiato sospeso. Poi Kruscev cedette e in cambio Kennedy ritirò i suoi missili dalla Turchia.

Ora apparentemente ci riprova Xi Jinping. Conosce la storia, ma sa anche che l’attuale presidente non è paragonabile a quello che resse le sorti del mondo libero durante la prima guerra fredda e di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dell’assassinio. Biden ha una credibilità compromessa dall’Afghanistan, dall’Ucraina, dall’Iran eccetera. Insegue la distensione con Xi, nonostante l’incombente minaccia per Taiwan e nonostante la consapevolezza che la nuova guerra fredda sia molto più pericolosa della prima. L’Urss era una potenza nucleare ma aveva un’economia da sottosviluppo. La Cina del paradosso denghiano è un gigante militare e un gigante economico. E come tale due volte più temibile. Un esempio: la pandemia. Origine e responsabilità sembrano ormai chiare. Ma l’Occidente non ne vuol parlare. ([email protected])