Giovedì 25 Aprile 2024

Alla Corte di Cassazione scappa una parolaccia in una sentenza: corretta con un'ordinanza

L'imbarazzante svista è avvenuta in una sentenza del 3 giugno 2022

Un magistrato (Imagoeconomica)

Un magistrato (Imagoeconomica)

Roma, 19 gennaio 2023 - Una parolaccia in una sentenza ("caz..") ha costretto la Corte di Cassazione a ricorrere a un'ordinanza per correggere il clamoroso errore. L'imbarazzante svista è avvenuta una sentenza del 3 giugno 2022, dove nell'incipit del dispositivo, che introduce la decisione finale della Corte, era scritto "P.Q.M. (per questi motivi) caz...". 

La Suprema Corte stava respingendo il ricorso di un uomo, imputato per truffa ai danni dello Stato, avverso la confisca della sua auto, un'Opel Astra. Nell'introdurre la decisione era stato riportato il termine in  questione, forse per un errore nato dall'utilizzo di un programma di dettatura vocale. Lerrore però è sfuggito sia al consigliere estensore che al presidente della sezione che hanno firmato il provvedimento. 

La sentenza della Corte di Cassazione, poi corretta con un'ordinanza
La sentenza della Corte di Cassazione, poi corretta con un'ordinanza

Quindi la Suprema Corte nell'ordinanza, emessa il 13 gennaio, parla di "refuso estraneo al corpo della decisione e del tutto irrilevante rispetto al contenuto della stessa che, pertanto, deve essere espunto mediante la procedura dell'oscuramento".