Domenica 28 Aprile 2024

Caso Resinovich, dalle lesioni alla posizione dell’orologio rosa. I punti più dibattuti del giallo di Trieste (in attesa della super perizia)

Ecco 3 punti chiave nella richiesta di opposizione presentata dal legale del fratello Sergio. Il nuovo esame medico legale affidato all’antropologa forense di Yara Gambirasio

Trieste, 1 ottobre 2023 - La ‘chiave’ per arrivare a una conclusione certa sul caso Resinovich, così l’ha definita il procuratore capo di Trieste. La perizia medico-legale affidata all’antropologa forense di Yara Gambirasio dovrà stabilire una volta per tutte che aveva ragione sulla morte di Lilly.

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Antonio De Nicolo a febbraio aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per la 63enne sparita da casa il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022, in un parco poco lontano dall’abitazione nel quartiere San Giovanni a Trieste. Suicidio, la convinzione della procura. Ma il gip ha ‘ordinato’ un lungo elenco di approfondimenti, tuttora in corso. La nuova indagine segue lo schema della richiesta di opposizione presentata da Nicodemo Gentile, l’avvocato che assiste Sergio Resinovich, il fratello di Liliana convinto che la sorella sia stata uccisa. Ecco tre punti chiave di quella lunga analisi.

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1. L’orologio

L’avvocato Gentile cita l’ispezione del medico legale nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dopo il ritrovamento del cadavere e osserva che l’orologio viene descritto così: “Fermo, con cinturino di colore rosa, al polso sinistro, normoindossato ed integro”. Quindi obietta: “Il dato indicato del medico legale è errato giacché, come apprezzabile dalle immagini fotografiche”, l’orologio ”è indossato al polso destro”. Un particolare che viene ripetuto anche quando si riporta l’annotazione che non vi erano “apparenti grossolane lesioni alla mano sinistra con orologio al polso”. “In realtà - ribadisce Gentile - il braccio sul quale era indossato l’orologio era il destro e non il sinistro”.

2. La temperatura cadaverica

Quindi nella richiesta di opposizione l’avvocato - che è anche presidente di Penelope, l’associazione che si occupa di scomparsi - annota che “non viene rilevata la temperatura cadaverica che costituisce il primo elemento da cui muovere in un’indagine tanatocronologica”. “E non di meno - aggiunge - il dato rilevato manualmente circa temperatura e umidità risulta ancor più passibile di errore giacché tutte le operazioni sono state compiute indossando “dei guanti che non permettono di certo di apprezzare se non grossolanamente per esempio temperatura e umidità”, citando su questo punto la relazione medico-legale.

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3. Lesioni su volto, capo e mano destra

Grande attenzione è riservata ai segni presenti sul corpo di Lilly, concentrati su volto, capo e mano destra. Per l’avvocato Gentile non ci sono dubbi: sono lesioni provocate “da un corpo contundente”. Lesioni vitali prodotte in epoca coeva al decesso, sostiene, “nulla a che vedere con la presenza sul capo della donna dei sacchetti di plastica”.

Il legale contesta quindi la ricostruzione della procura, che ipotizza una caduta di Liliana o l’urto contro qualcosa. Osserva: “I vestiti e le scarpe sono risultati puliti ed in ordine, sul volto della donna non è stato ritrovato terriccio, fogliame, residui vegetali, il terreno e il manto vegetale dove riposava il cadavere e quello intorno allo stesso non presentava imbrattamenti ematici, calpesti anomali, né vi erano rami spezzati o schiacciati”. L’ultima parola spetta alla super consulente.