Martedì 23 Aprile 2024

Camera in pressing: i positivi devono votare

Approvati due ordini del giorno relativi al decreto Super Green pass. Il governo si rimette all’Aula: tema di competenza parlamentare

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"Devono votare anche i positivi": l’Aula approva. Quando manca meno di una settimana alla prima chiama per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, la Camera formalizza il pressing sul governo perchè faccia in modo che da lunedì i grandi elettori eventualmente infetti possano rispondere all’appello, superando gli attuali limiti alla mobilità previsti per contagiati e quarantenati. L’Assemblea di Montecitorio vota pressochè all’unanimità, con il governo che si rimette all’Aula e l’astensione dei deputati di Alternativa, due identici ordini del giorno relativi al decreto legge "Super Green pass" dei capigruppo di Forza Italia e Fratelli d’Italia, Paolo Barelli e Francesco Lollobrigida.

I testi impegnano il governo a "garantire ogni forma di collaborazione per permettere a tutti i 1.009 delegati di partecipare al voto, in raccordo con le altre istituzioni, il presidente della Camera e il presidente del Senato, rimuovendo ogni forma di impedimento, se del caso anche attraverso un intervento di carattere normativo". Intervento che potrebbe concretizzarsi in un decreto legge, ma dal governo filtra che questa ipotesi non sarebbe allo studio, visto che il tema è di competenza squisitamente parlamentare.

C’è chi parla anche di modificare la circolare del Ministero della Salute del 13 dicembre: quindi non con norme ad hoc per i parlamentari, ma con regole generali più permissive per far spostare i positivi da un domicilio all’altro. Ma anche questa ipotesi non trova conferme. In ogni caso, è la prima volta che in una sede formale e con un voto un ramo del Parlamento pone un impegno all’Esecutivo, chiaramente volto ad agevolare la possibilità per i grandi elettori positivi o quarantenati di partecipare all’elezione del presidente della Repubblica.

Un voto che arriva dopo un lungo dibattito in cui sono intervenuti rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari tranne quelli del Partito democratico, i cui deputati hanno però votato a favore. Adesso, mentre a Montecitorio continuano i preparativi logistici per accogliere in sicurezza i grandi elettori, la palla passa al governo. Che subisce il pressing soprattutto del centrodestra, e ha sempre meno tempo a disposizione per assumere decisioni su un tema assai spinoso.

Se Paolo Barelli ritiene "impensabile impedire la partecipazione a uno dei momenti fondamentali della vita istituzionale del nostro Paese" ai grandi elettori, c’è pure chi sottolinea la necessità di non avere cittadini di serie A. Sullo sfondo rimane l’ipotesi del voto a domicilio, purché a Roma, degli eventuali contagiati, il cui numero è in discesa. A oggi i parlamentari infettati o quarantenati sarebbero 23: 18 alla Camera e 5 al Senato. Un numero inferiore rispetto a quelli dei giorni scorsi, ma che qualcuno a Montecitorio induce a prendere con le pinze. "Radio Transatlantico" racconta che nessun parlamentare negli ultimi giorni si è sottoposto al tampone a meno che non sia stato costretto da sintomi inequivocabili come la febbre alta, per non perdersi l’appuntamento politicamente più importante e delicato dell’intera legislatura.

red. pol.