
Carabinieri
Mantova, 13 dicembre 2014 - Resta in carcere il nipote diciannovenne della vittima del delitto del Po. Il gip ieri ha confermato il fermo. Nelle scorse ore cade anche l’ultimo movente apparente: la casa per la quale le due famiglie sarebbero state in guerra sull’eredità era già prossima alla divisione. Questa mattina saranno di fronte al giudice per le indagini preliminari gli altri due ventenni membri del branco. Massimo Bottura, il nipote di Fausto, resta in carcere.
Il giovane accusato dell’omicidio di mercoledì scorso dello zio ieri mattina ha incontrato il gip Gilberto Casari e gli inquirenti per il primo, ufficiale interrogatorio in occasione della convalida degli arresti. Ad assistere Bottura l’avvocato di fiducia, Daniele Delaini, e quello di famiglia Mauro Gavioli. Il giudice per le indagini preliminari avrebbe fatto al ragazzo poche e semplici domande, ottenendo comunque risposta. Dopo due ore è stata resa nota la decisione. Massimo resta in carcere, dove si trova dall’alba di martedì: cade per lui l’ipotesi aggravante dell’efferatezza nell’assassinio ma potrebbe essere soltanto un passaggio tecnicamente obbligato.
Questa mattina saranno sentiti gli altri due fermati. Alessio Magnani, 18 anni di Poggio Rusco, e Armando Esposito, diciannovenne di Magnacavallo. Se Esposito, indicato dagli investigatori come gregario del gruppo, potrebbe decidere di rispondere alle domande lo stesso potrebbe non dirsi per Magnani, sulla cui figura ora si sarebbero concentrate le attenzioni degli investigatori. I suoi legali, Viviana Torregiani e Federica Fumagalli, ieri hanno fatto sapere: «Al fine di valutare correttamente la sua posizione con buona probabilità Alessio si avvarrà della facoltà di non rispondere».