Mercoledì 24 Aprile 2024

Biden sfida i sondaggi negativi "Tra due anni correrò ancora"

Il presidente rivela l’intenzione a Obama: "Sono l’unico che può battere Trump". Ma il suo partito non lo vuole

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di Cesare De Carlo

Dei due paradossi del martirio inflitto all’Ucraina uno riguarda Vladimir Putin, l’altro Joe Biden. Sul presidente russo c’è poco da aggiungere, a quanto traspare da questa infame avventura. E cioè che, comunque vada a finire, anche se dovesse annettersi le regioni orientali come ha già fatto con la Crimea, la Russia ne uscirà a pezzi. E così il suo prestigio e la sua stessa sopravvivenza. Il paradosso del suo rivale, il presidente americano, è meno trasparente. Investe la contestata credibilità della sua leadership combinata con l’annunciata ambizione di ricandidarsi alla presidenza nel 2024.

Già la sua leadership. Non è più nemmeno un’apparenza, scrive il Wall Street Journal. È un’illusione. I suoi consiglieri oppongono alle critiche la tesi della leadership from behind, spingere più che guidare. Dal fondo e non dalla testa del problema. Ultimo esempio: nella videochiamata di ieri è sembrato a rimorchio degli alleati europei. E in ritardo rispetto agli eventi. Avrebbe dovuto soccorrere il povero Zelensky prima e non dopo l’invasione. Era da novembre che il cattivo del Cremlino ammassava truppe e mezzi ai confini settentrionali e orientali dell’Ucraina. Ora è certamente vero che istruttori americani erano in Ucraina da almeno sei anni. E che il loro addestramento si è fatto sentire nelle battaglie contro forze nettamente superiori. Ma è altrettanto vero che le armi, i missili a braccio antiaerei e anticarro, gli equipaggiamenti eccetera sono cominciati ad affluire dopo il 24 febbraio, data d’inizio dell’invasione. Alle accuse dei repubblicani la Casa Bianca risponde "non volevamo provocare".

Altro punto: le forniture sarebbero dovute avvenire nella più assoluta riservatezza. Nessun annuncio preventivo che comportasse un coinvolgimento aperto della Nato, cercando anzi di mantenere aperti i canali diplomatici. E non a caso gli europei si sono dissociati dalle definizioni di "criminale" e "macellaio" con cui Biden ha bollato Putin. Non che non siano meritate. Nessun dubbio, in Ucraina è in corso un genocidio, ma soprattutto in tragedie come questa la priorità va data alla ripresa del dialogo e a un cessate il fuoco.

La diplomazia è parte integrante di una leadership responsabile. Lo avverte nei sondaggi l’opinione pubblica americana. Per tre intervistati su quattro Biden non è all’altezza di affrontare la crisi con la Russia (Nbc e Wall Street Journal). Per due su tre non è in grado di continuare a governare gli Stati Uniti (Quinnipiac con un margine di errore del 2 per cento). Non c’è da meravigliarsi. Parafrasando Churchill, mai nella storia americana disastri così grandi sono stati prodotti in un periodo di tempo così breve. In un solo anno: l’Afghanistan, l’invasione migratoria, l’inflazione più alta dal 1982, la criminalità urbana e infine l’Ucraina. Bilancio non propriamente lusinghiero.

Ebbene, nonostante tutto questo, ieri mattina i giornali riportavano che l’attuale presidente intende ricandidarsi anche nel 2024. Lo ha detto a Barack Obama, di cui è stato vice per otto anni e che lo conosce molto bene. Ormai virale una sua frase: mai sottovalutare la capacità di Joe di mandare a p...ogni cosa. Ha detto dunque Biden a Obama: sono l’unico che può battere Donald Trump per la seconda volta. Peccato che il suo partito non la pensi così. L’establishment teme un bagno di sangue già fra pochi mesi, a novembre nelle elezioni di medio termine. Certamente non è un caso se proprio dai giornali filodemocratici, come New York Times e Washington Post, siano partite inchieste giornalistiche su presunte tangenti incassate dal figlio e dal fratello del presidente nei loro affari con Russia e Cina. Il figlio Hunter spesso viaggiava sull’Air Force 2. Il padre non sapeva nulla? L’impressione è che l’establishment democratico voglia sbarazzarsi di Biden prima delle elezioni del 2024. Ma come? Dimissioni? Impeachment? E quanto a Trump non è affatto detto che sarà lui il candidato repubblicano nel 2024. I capi repubblicani sperano di no. E per convincerlo sembrano pronti a offrirgli la poltrona di Speaker del Congresso.

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