Venerdì 26 Aprile 2024

Biden cerca alleati in Asia Altolà cinese: non crei caos

Il presidente Usa arriva a Seul e a sorpresa lancia un’alleanza tecnologica. Pechino avverte: "Gli Usa non provochino disordini e divisioni in Oriente"

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di Giampaolo Pioli

Atterra a Seul con l’ultimo sondaggio in tasca che lo dà al 39% del gradimento, il punto più basso della sua popolarità da quando è alla Casa Bianca. Ma Joe Biden, con il Covid in salita, Wall Street in discesa, l’inflazione preoccupante e i crimini razziali che crescono, inizia la sua cinque giorni in Asia – tra Seul e Tokyo – con un ambizioso obiettivo in testa, che si riassume con tre “C”: Cina, Corea (del nord) e Chip. Contenere Pechino, fermare Pyongyang e tornare protagonista anche nel Pacifico.

Non è un caso che la sua giornata scatti con una lunga visita al sofisticato impianto di semi conduttori della Samsung Electronics di Pyeongtaek, il più grande del mondo, confermando che la grande multinazionale investirà 17 miliardi di dollari in un impianto analogo nella città di Taylor in Texas che darà lavoro a oltre 3000 persone. "Tanta parte del futuro del mondo nei prossimi decenni si realizzerà nell’indo-pacifico – dichiara Biden –. Non dobbiamo dipendere da paesi che non condividono i nostri valori in settori strategici… Dobbiamo unire le nostre capacità per la sicurezza della supply chain". Il presidente americano con Seul e Tokyo ma anche Australia e India è pronto a formare subito la "Technology Alliance" che ha lo scopo evidente di contenere sempre più muscolarmente il gigante cinese. Il monito di Pechino non si fa attendere: Biden "non lavori a divisioni e scontri".

Dalla non lontana Pyongyang Kim Yong un si prepara intanto a un nuovo test nucleare con Biden appena oltre il confine. La Cina in guardinga attesa, da un lato autorizza gigantesche esercitazioni militari nel mare della Cina e nelle acque contese, dall’altro si augura che le parole del consigliere americano per la sicurezza, Jake Sullivan, – "non cerchiamo un confronto con la Cina" – vengano rispettate e tradotte in rapporti di collaborazione con tutti i paesi della alla ricerca di unità e cooperazione".

Troppo tardi? Chissà. Di sicuro Biden a Tokyo annuncerà l’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), un gigantesco piano di investimenti aperto per rafforzare i rapporti commerciali che dia ai paesi membri un accesso privilegiato alle tecnologie sensibili e vitali, alle catene di approvvigionamento. I cinesi reagiscono in parallelo augurandosi che non si arrivi a una nuova guerra fredda nel Pacifico ma che ci sia una situazione "aperta e inclusiva". La lunga telefonata tra il super ministro degli Esteri cinese Yang Jeiki e lo stesso consigliere nazionale Sullivan ha lo scopo di ricordare agli Usa che Taiwan è cinese e Pechino non tollererà che diventi palestra per atti ostili.

Xi Jinping, alla ricerca del suo terzo mandato a fine anno, con la Cina che per la prima volta dal 1976 si ritrova nel 2022 con un tasso di crescita del 2% inferiore di quasi un punto rispetto a quello americano, rischia di trovarsi anche lui con problemi di gradimento interni al partito e potrebbe irrigidire la sua posizione. Una ragione in più per immaginare a breve un nuovo colloquio diretto e a tutto campo tra Xi e Biden, se non addirittura un summit del disgelo.