Mercoledì 24 Aprile 2024

Austria e Danimarca: strappo sui vaccini "L’Europa ha fallito, patto con Israele"

L’asse Vienna-Copenaghen spacca il fronte. Il cancelliere Kurz: per produrre ci avvarremo dell’esperienza di Gerusalemme

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Austria e Danimarca si chiamano fuori dalla disciplina europea sui vaccini e annunciano che lavoreranno con Israele per produrre vaccini di nuova generazione. "La procedure Ue – ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz alla vigilia del suo viaggio in Israele – è fondamentalmente corretta, ma lenta nel reperire le dosi, e anche l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) è stata troppo lenta nell’approvare i vaccini. Ci sono poi troppe strozzature nella fornitura delle aziende farmaceutiche. Ci servono milioni di dosi, adesso, e dobbiamo prepararci a ulteriori mutazioni. Questo significa che non dovremmo più dipendere solo dall’Ue per la produzione di vaccini di seconda generazione. Per questo, assieme al gruppo dei paesi “first movers“ (Austria, Danimarca, Norvegia, Grecia e Repubblica Ceca, ndr), non faremo più affidamento sull’Europa e lavoreremo per produrre dosi di vaccino di seconda generazione e per cercare assieme nuove opzioni di trattamento".

Così anche il primo ministro danese Mette Frederiksen, che ha criticato il programma di vaccini dell’Ue: "Non penso che possa bastare da solo, abbiamo bisogno di aumentare la capacità. Questo è il motivo per cui ora abbiamo la fortuna di iniziare una partnership con Israele".

Bruxelles sembra fare buon viso a cattivo gioco. "La scelta è legittima. Gli Stati membri – ha detto Eric Mamer, uno dei portavoce della Commissione europea – hanno sempre avuto la possibilità di chiudere contratti con compagnie che non rientrano nella strategia Ue. Le lezioni che possiamo imparare da approcci diversi, di diverse parti del mondo, sono sempre ben accolte, poiché ci possono rafforzare. La Commissione è interessata ad imparare da Austria, Danimarca e Israele".

Lo ’smarcamento’ di Austria e Danimarca fa seguito a quello dell’Ungheria e della Slovacchia (che hanno già ricevuto dosi del vaccino russo Sputnik V), al pari di altri paesi europei non Ue, tra i quali San Marino, la Serbia e la Bielorussia. Il primo paese Ue ad approvare lo Sputnik è stata proprio l’Ungheria, lo scorso 21 gennaio. Oggi il ministro per lo Sviluppo economico vedrà Farmindustria, che dovrebbe consegnargli una “short list“ di aziende italiane (almeno 3) pronte a avviare la produzione o (pare 5 ) l’infialamento dei vaccini anticovid e domani Giorgetti vedrà il commissario europeo Thierry Breton, responsabile della task force europea sui vaccini.

Stretta dalle pressioni, la Commissione ha reso noto di aver discusso una accelerazione dell’autorizzazione Ema, e la stressa agenzia per i farmaci europea ha annunciato che l’11 marzo si terrà "una riunione straordinaria del Chmp che si incontrerà per valutare il vaccino Covid-19 sviluppato da Janssen. Lo scopo è concludere la valutazione, ove possibile". Se il parere, come trapela, sarà quasi certamente positivo, e prime dosi – in Italia il primo invio sarà di mezzo milione – potrebbero arrivare tra fine marzo e i primi di aprile.

Alessandro Farruggia