
Alessandra Padovani
Empoli, 8 gennaio 2015 - « Quando ho capito che l’attentato al giornale Hebdo è avvenuto a due minuti a piedi da dove vivo... Beh, mi sono ritenuta fortunata per il fatto di non essere ancora uscita di casa . Anche perché nella zona dove sono accaduti quei terribili fatti, c’è la fermata della metro della quale mi servo abitualmente » . Parole e riflessioni da far accapponare la pelle quelle di Alessandra Padovani, la giovanissima fotografa di Cerreto Guidi, trasferitasi a Parigi in cerca di un futuro lo scorso mese di dicembre. Lei, ancora a caccia di un «posto» o di una opportunità per uno stage di fotografia nel settore della comunicazione, la sua passione nonché la molla che l’ha spinta ad andarsene lontano da casa, vive proprio nell’undicesimo Arrondissement della capitale transalplina . A poche decine di metri dalla redazione parigina del giornale satirico ‘ Charlie Hebdo’, in Boulevard Richard Lenoir, dove si è consumato l’attacco armato che, ieri mattina, in pochi minuti, ha fatto morti e feriti. Un attacco feroce, a colpi di Kalashnikov , la cui notizia ha sconvolto Parigi e fatto presto il giro del mondo, facendo scattare l’allarme terrorismo.
« No, non mi so no accorta di niente nell’immediato – ammette – Mentre il commando faceva irruzione al giornale e ro in casa. Avevo in programma di uscire , ma solo in tarda mattinata. Poi, ho ricevuto la telefonata di un amico che aveva sentito dell’attentato in tv e voleva sapere se stavo bene » . Un fulmine a ciel sereno in una mattinata, fino a quel momento, come tante altre. « Il mio amico mi raccontava quanto stava vedendo al t ele g iornale , perché io non ho la tv a casa – continua Alessandra – E’ stato a quel punto che ho capito che era accaduto qualcosa di veramente grave , qualcosa di terribilmente preoccupante . Ho chiamato immediatamente alcuni amici che come me vivono a Parigi per sapere di più su cosa stesse accadendo e dove: proprio loro, fortunatamente tutti al sicuro, mi hanno spiegato quanto fossi vicina al luogo dell’attentato. Ed è stato in quel preciso istante che che ho messo a fuoco il perché di quelle sirene, non so se di ambulanze o polizia, che avevo sentito poco prima » .
Attimi di preoccupazione, non certo semplici per la giovane cerretese che, per prima cosa, ha pensato bene di rassicurare la sua famiglia in Italia. « Ho contattato subito i miei genitori – racconta ancora la giovane Alessandro – Volevo soprattutto tranquillizzarli, ma per fortuna loro non sapevano ancora dell’attentato, non avevano ancora ascoltato la notizia ai telegiornali».
« E’davvero una brutta storia – commenta ancora una quasi incredula Alessandra pensando ai fatti di Boulevard Richard Lenoir – Se penso che avrei potuto essere a prendere la metro o magari per strada, in quella zona, non posso che ritenermi fortunata. Ma questo non cancella la paura che ti resta addosso quando ti trovi di fronte a situazioni del genere - ammette - C’è timore anche a uscire di casa. Non puoi far altro che sperare - conclude - che certi fatti non accadano più » .
Samanta Panelli