Mercoledì 24 Aprile 2024

Agguato in piazza: gli spari e la fuga Dipendente comunale in fin di vita

Otto colpi di pistola contro un 60enne. Fermato a Cremona un collega rintracciato grazie alla targa dell’auto

di Federico Di Bisceglie

e Cristina Rufini

Ferito e sanguinante si è trascinato per alcuni metri in cerca di scampo, urlando "aiuto, mi ha sparato". Poi si è accasciato sui sanpietrini di piazzetta Schiatti, pieno centro di Ferrara, davanti all’ingresso della sede del Comune dove lavora e da dove era uscito poco prima per servizio. Sono le 11 di ieri, passate da una manciata di minuti: Roberto Gregnanini, 60 anni, dipendente dell’Amministrazione estense viene raggiunto da due colpi sparati da una pistola calibro 9, una Glock. Arma impugnata, presumibilmente, da Michele Cazzanti, 56 anni, anche lui dipendente comunale ma non in servizio, che esplode altri sei spari andati a conficcarsi tra le piccole pietre della piazzetta. Sul posto intervengono i carabinieri di Ferrara e i sanitari del 118 con un’ambulanza e un’automedica e prestano i primi soccorsi al sessantenne, per poi trasportarlo all’ospedale Cona dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. È ora ricoverato in terapia intensiva a Cona.

Per tutto il pomeriggio, fino alle 18 circa, va avanti la caccia all’uomo, tra le vie del centro e fuori dalla città. Viene diramata la targa dell’auto con cui si presumeva fosse fuggito Cazzanti: una Fiat Punto. Targa immortalata da alcune telecamere del targasystem. Il fuggitivo è stato preso sul ponte tra Castelvetro e Cremona, chiuso in precedenza con posti di blocco. Qui è finita la fuga del cinquantasettenne, fermato dalla Polizia di Cremona e portato in questura, nonostante abbia tentato di reagire. Con sé aveva ancora la pistola. "Picchiava e sparava, picchiava e sparava. Sembrava tutto tranne che reale". Così racconta uno dei testimoni che si sono trovati ad assistere all’aggressione.

Un agente immobiliare che al secondo colpo di pistola si affaccia alla finestra del suo studio per capire: "Il rumore era simile a quello dei petardi. La prima cosa che ho fatto è stata prendere il cellulare per fotografare l’aggressore. Contemporaneamente ho detto al mio collega di chiamare le forze dell’ordine". E lì, nella galleria delle immagini del suo smartphone, c’è impresso il volto del presunto aggressore.

Nella tarda serata di ieri è stato formalizzato il fermo da parte delle squadre mobili di Ferrara e Cremona e dall’Arma dei carabinieri: è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma. Sul luogo della sparatoria, tra i primi ad arrivare, la mattina, il vicesindaco Nicola Lodi. "Sono sconcertato – così il numero due della Giunta –. Gregnanini è un bravo dipendente. Mi auguro che torni presto a lavorare con noi, in Municipio". Auspicio a cui si accorda anche il sindaco Alan Fabbri che, in un post sui social, si dice in apprensione per il dipendente ferito. Al contempo, rivolge un "ringraziamento a tutti gli agenti impegnati nel ritrovamento del fuggitivo".

Anche in Comune, tra i colleghi, lo sconcerto è palpabile. Una segretaria che ha condiviso con Gregnanini diversi anni al Protocollo, fatica a trattenere le lacrime. "Non posso credere che sia successo a Roberto – singhiozza –. È una persona straordinaria, sempre disponibile e che, quando può, cerca di aiutare tutti. Un dipendente comunale modello, di quelli all’antica, che lavorano seriamente: è inspiegabile". Nelle chat circolano foto, commenti. Si fanno strada varie ipotesi. Ma, ancora, sul movente si addensa una fitta nube di mistero. Anche se sembra risiedere in motivi strettamente personali: si indaga anche sulla pista passionale, a sfondo passionale.