Roma, 14 dicembre 2013 - Decine di militanti del movimento di estrema destra Casapound, la maggior parte dei quali con la felpa nera, il cappuccio sulla testa e il volto irriconoscibile, dipinto dei colori della bandiera italiana, ha preso d’assalto stamane la sede della rappresentanza dell’Ue a Roma, in via IV novembre, a due passi da piazza Venezia.

Arrivati con uno striscione con la scritta “Alcuni italiani non si arrendono”, hanno imbrattato la targa all’ingresso, incollandovi sopra alcune bandiere italiane di carta. Poi uno di loro, Simone Di Stefano, vicepresidente dell’organizzazione, è salito con una scala fino al balcone dal quale sventolava la bandiera dell’Ue, sfilandola e lanciandola di sotto.

A quel punto la polizia ha caricato i manifestanti, disperndendoli. Al termine degli accertamenti, gli agenti della digos hanno identificato Di Stefano, e lo hanno arrestato con l’accusa di furto pluriaggravato. Denunciata anche una decina di appartenenti allo stesso movimento per concorso nel furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.

Sono state poi sequestrate l’autovettura e la scala utilizzata da Di Stefano per arrampicarsi sul balcone del palazzo. “La polizia - ha commentato un manifestante col volto insaguinato, rimasto colpito nel parapiglia - è arrivata in assetto antisommossa. Ci ha caricato semplicemente perché stavamo ragionando e dicendo le nostre ragioni contro l’Ue, che sta mettendo in ginocchio il nostro Paese”.

Nel tardo pomeriggio è arrivato il commento Gianluca Iannone, il leader di Casapound. “Arrestato per furto di bandiera, peraltro restituita. E’ l’ultimo ‘colpo di teatro’ di uno Stato talmente distante dai suoi cittadini, che non riesce più a comprenderne nemmeno le istanze più immediate ed è costretto a ricorrere a grotteschi escamotage come questi pur di fermare una protesta giusta e di popolo”, ha scritto in una nota, definendo l’episodio un “blitz pacifico del popolo del 9 dicembre”.

“La bandiera è stata restituita - sottolinea Iannone -. D’altra parte non era certo nostro interesse rubarla, non sapremmo che farcene. Di Stefano voleva sostituirla con un tricolore, come abbiamo fatto al portone della sede di via IV Novembre, per dire che se la politica consegna la nostra sovranità all’Europa, la nazione, il popolo, se la riprende”.

Il Pd, con Federica Mogherini, commenta: “Con l’episodio dell’attacco di oggi a Roma contro la sede delle istituzioni europee diventa evidente che la protesta dei forconi rischia di divenire un cavallo di troia per violenti e persone che strumentalizzano la protesta. L’assalto di elementi di Casapound è la dimostrazione di quanto sta accadendo”. “Si sta creando - aggiunge - una spirale pericolosa che porta alla ricerca sistematica di capri espiatori: la Ue oggi, i banchieri ebrei ieri, la politica. Lavorare per risolvere i problemi delle persone è tutt’altra cosa rispetto allo sfascismo-fascismo di alcuni personaggi inquietanti. Il movimento guardi al suo interno e faccia pulizia”.