Roma, 19 luglio 2012 - La pressione fiscale su chi paga le tasse “in qualche caso” supera anche il livello record del 55%, arrivando a toccare punte del 70%. E’ quanto ha sottolineato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intervenendo ad un convegno di Confcommercio sul fisco e l’economia sommersa.

“Ci sono tantissimi che evadono - ha spiegato - ma ci sono anche tantissimi che non evadono, una maggioranza silenziosa che sopporta una pressione del 55%, in qualche caso anche superiore - alcuni imprenditori mi dicono al 70% - e lo sopporta facendo sacrifici per il senso di dovere”.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate si dice “favorevole” all’istituzione di un fondo ‘taglia tasse’ in cui far confluire i proventi della lotta all’evasione, ma non a discapito della tenuta dei conti pubblici.

“Sono favorevole a un fondo di redistribuzione dei risultati della lotta all’evasione - ha spiegato Befera, intervenendo a un convegno di Confcommercio - ma con tutte le cautele necessarie in un momento di grave crisi. Non può essere fatto con leggerezza, dandogli priorità rispetto alla tenuta dei conti pubblici ma è un segnale - ha concluso - che va dato”.

ENTRO FINE SETTEMBRE LA MAPPATURA DEGLI ADEMPIMENTI, PER RIDURLI - Entro il 30 settembre l’Agenzia delle Entrate preparerà una mappatura degli adempimenti fiscali da sottoporre al confronto con le associazioni con l’obiettivo di ridurli. Lo ha annunciato il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera.

“Entro il 30 settembre - ha spiegato Befera - avremo la fotografia (degli adempimenti, ndr) e la sottoporremo alle associazioni. Toglieremo quelli che hanno meno rilevanza per noi e - ha precisato rivolgendosi alla platea di Confcommercio - più costi per voi”. L’Agenzia sta identificando “gli adempimenti che vengono richiesti perché riteniamo che qualcuno sia superato, che alcuni si sovrappongono ed altri siano eccessivamente pesanti”.

MA SE NON CAMBIA LA CULTURA, NON ANDIAMO DA NESSUNA PARTE - Se in Italia “non cambia la cultura” sull’evasione fiscale “non andiamo da nessuna parte”. Lo ha sottolineato Attilio Befera parlando di “un deficit culturale che ci distingue dagli altri Paesi”.

“Da un lato facciamo l’occhietto alla furbizia - ha detto Befera, nel corso di un convegno organizzato da Confcommercio - ed evadiamo da furbi, siamo i più furbi del mondo; dall’altro lato, quando ci accorgiamo che qualcosa non va, diciamo che purtroppo siamo italiani”.

In Italia, ha proseguito Befera, non si capisce che “se evado faccio concorrenza sleale, svantaggio le imprese e creo danni generali all’economia”. Secondo Befera, fino a qualche tempo fa l’obiezione fiscale si manifestava silenziosamente; adesso lo si fa violentemente perché si è capito che lo Stato non la tollera più”.

Ritornando sul tema dei blitz anti-evasione che hanno suscitato nei mesi scorsi polemiche, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato: “Siamo stati accusati di spettacolarizzazione eccessiva per interventi che sono invece usuali. L’incrocio dati lo facciamo ma la presenza sul territorio - ha aggiunto - serve per l’accertamento effettivo.

Non pensiamo di recuperare 120 miliardi di evasione facendo i controlli ad uno ad uno, ma l’azione di contrasto all’evasione è basata sulla deterrenza e credo che ci stiamo riuscendo: la base imponibile su cui operiamo non sta diminuendo o comunque è diminuita di meno”.

Per Befera, “l’effetto deterrenza comincia a funzionare. Il valore ultimo della lotta all’evasione - ha concluso - è la deterrenza, cioè far sì che tutti dichiarino spontaneamente di più”.