{{IMG_SX}}Milano, 3 agosto 2009 - Valerio Fioravanti torna in libertà: uno dei tre colpevoli, condannato all’ergastolo per l’esplosione alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980, adesso è un uomo libero.

 

Valerio Fioravanti non vuol parlare, l’ex terrorista dei Nar rivela di essere tornato libero dallo scorso aprile dopo i 5 anni di condizionale.

‘’Non ho proclami da fare’’. Niente altro da dire ne’ commentare se non che il tempo che ‘’ho lo uso al meglio’’. La mattina, infatti, come spesso accade, Fioravanti l’ha trascorsa accudendo la figlia.

Sulla strage di Bologna "Ci sono spazi per lavorare - ha aggiunto - ma lo devono fare persone piu’ titolate di me. Persone competenti ed anche neutrali, visto che io sono parte in causa’’.
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La notizia, anticipata dal Corriere della Sera, è stata confermata dall’avvocato Michele Leonardi, che ha assistito Fioravanti e la moglie Francesca Mambro, anche lei condannata per la stessa strage, e che potrebbe riacquistare la piena libertà nel 2013 avendo ottenuto quella vigilata solo da un anno.
 


L’ex terrorista nero, 51 anni e pluriergastolano per una serie di fatti di sangue dei quali si è assunto la responsabilità, si è sempre dichiarato innocente per quanto riguarda la strage alla stazione. Dopo 26 anni trascorsi in cella, anche per lui sono scattati i benefici di legge concessi a tutti gli ergastoli che abbiano tenuto “un comportamento tale da farne ritenere sicuro il ravvedimento”.

 

"Valerio Fioravanti non ha ottenuto alcuno sconto di pena nè alcuna concessione: è tornato ad essere un uomo libero perché questo prevede la legge quando, anche nel caso di condannati all’ergastolo, siano trascorsi cinque anni dal conseguimento della libertà vigilata", sottolinea il legale.

 

Per lui tutta la trafila prevista, compresa la parte finale cominciata nella primavera del 2004: cinque anni di prova senza rientro in carcere neppure di notte e divieto di allontanamento dal Comune di residenza, insieme ad altri obblighi. Adesso la sua pena è da considerarsi “estinta”. Come per altri decine di ex terroristi di destra e di sinistra.

 

Fioravanti chiude così i conti con la giustizia italiana e ora potrà avviare le pratiche per ottenere la patria potestà sulla figlia così come riavere il passaporto.

 

"La sua vita non è cambiata: da cinque anni - sottolinea ancora Leonardi - torna a casa la sera, dalla moglie e dalla figlia, e di giorno lavora. E’ un uomo assolutamente tranquillo che fa il marito, il padre e il lavoratore nell’associazione di volontariato ‘Nessuno tocchi Caino’. Non ha chiesto il passaporto e non ha nessun motivo per allontanarsi dall’Italia dal momento che ha qui tutti i suoi affetti".

 

Sulla libertà di Fioravanti è intervenuto anche Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, per il quale il punto non il suo essere tornato libero per effetto della libertà condizionata, ma che cinque anni fa gli sia stata concessa la libertà condizionata.

 

"Il punto è che non doveva accedere al beneficio della libertà condizionata - ha spiegato Bolognesi - perché poi si sa che dopo cinque anni, una persona è automaticamente libera. Questo lo prevede la legge". Un beneficio che, secondo il presidente, è stato concesso a Fioravanti ma anche alla sua compagna Francesca Mambro (libera nel 2013) ‘’perché sono stati zitti in questi anni, cioè non hanno detto tutto quello che sapevano sulla strage’’.


In altre parole, dunque, l’errore è  a monte e cioè "hanno fatto una cosa contra legem cinque anni fa". Soprattutto perché, secondo Bolognesi, "mancava e manca uno dei requisiti principali, ossia la consapevolezza dei danni arrecati alla societa’ e alle vittime, e sappiamo che Fioravanti dice di essere innocente. Ogni pena serve per recuperare ma anche per redimere, e invece...".