{{IMG_SX}}Città del Vaticano, 18 giugno 2008 - Il Vaticano chiederà ai seminari di tutto il mondo di istruire i candidati al sacerdozio affinché sappiano celebrare la cosiddetta messa in latino, a quanto afferma il card. Dario Castrillon Hoyos, responsabile della Santa Sede per i rapporti con i tradizionalisti, che assicura che in "tutte" le parrocchie si potrà dire messa nel modo tradizionale.


Il porporato, che la settimana scorsa è stato ospite della Società della messa latina dell'Inghilterra e del Galles, a Londra, ha reso noto in conferenza stampa che la commissione Ecclesia dei da lui presieduta sta scrivendo una lettera in questo senso a tutti i seminari. Al giornalista che domandava se il Papa vuole che in "molte parrocchie" si celebrai la messa tridentina, Castrillon Hoyos, a quanto riferito dal 'Catholic news service', ha risposto: "Tutte le parrocchie. Non molte, ma tutte, perché questo è un dono di Dio".


Dopo la pubblicazione del Motu Proprio che ha liberalizzato il messale pre-conciliare, ha spiegato il cardinale durante una conferenza presso la stessa associazione, "da una parte nessun prete dovrebbe essere obbligato a celebrarer messa in base alla forma straordinaria (in latino, ndr.) contro la sua volontà. Ma d'altra parte i preti che non vogliono celebrare in base al messale romano del 1962 dovrebbero essere generosi nell'andare incontro alle richieste dei fedeli che lo desiderano".


Il porporato ha fatto un accenno chiaro anche alla controversa questione della preghiera per gli ebrei prevista dal messale pre-conciliare. "Come sapete - ha detto - il Papa ha scelto 'motu proprio', cioè per sua iniziativa, di alterare il testo della preghiera pro Iudaeis nella liturgia del venerdì santo. L'intenzione della preghiera non è stata indebolita in alcun modo, ma è stata adottata una formulazione che rispetta le sensibilità".