{{IMG_SX}}Palermo, 13 febbraio - E' morto Michele Greco, il boss mafioso detto ''il papa''. Si è spento in una clinica di Roma dove era ricoverato da alcune settimane. Il capomafia era detenuto a Rebibbia dove stava scontando alcuni ergastoli definitivi. Greco e' una figura storica di Cosa nostra ed e' ritenuto tra i mandanti di diversi delitti eccellenti.

 

Michele Greco è morto nella clinica privata 'Pertini' di Roma, nella quale era stato ricoverato poche settimane fa a causa delle sue cattive condizioni di salute. Il boss aveva 84 anni. Greco è morto, a quanto si apprende, per un tumore ai polmoni: il 22 dicembre scorso la magistratura di sorveglianza del tribunale di Roma aveva rigettato l'istanza di differimento provvisorio della pena avanzata dai suoi legali.

Greco, detto 'il papa' per la sua abilità a mediare tra le varie famiglie mafiose, si trovava in carcere a Rebibbia, nel quale stava scontando l'ergastolo al quale era stato condannato il 16 dicembre 1987, all'età di 63 anni, perchè ritenuto colpevole dell'omicidio del magistrato antimafia Rocco Chinnici, delle sue due guardie del corpo e di un civile, tutti uccisi nel 1983 da un autobomba. 

 

IL 'PAPA' CHE AUGURAVA PACE E ORDINAVA OMICIDI

 

Il boss Michele Greco soprannominato `il papa', aveva 84 anni. Nel 1978 il `papa', chiamato così proprio per la sue spiccate capacità di mediare, era stato nominato a capo della Commissione di Cosa nostra che, spesso, si riuniva proprio nella sua villa di Ciaculli, in provincia di Palermo. Ci restò fino al passaggio di `consegne' ai corelonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano: era il 1984 quando Michele Greco venne, infatti, estromesso dal vertice, durante una riunione della cupola. Nel marzo del 1986, poco dopo l'inizio del maxiprocesso, venne arrestato in un casolare delle campagne di Caccamo, nei pressi di Palermo e da allora non era più uscito dal carcere.

Da 22 anni, dunque, era detenuto quasi ininterrottamente a causa di ben 11 condanne all'ergastolo ed altre a 30 anni di reclusione perché ritenuto essere il mandante di vari omicidi, fra i quali quello del capitano dei carabinieri, Emanuele Basile e altri esponenti politici siciliani. Nel 2002 Michele Greco aveva rinunciato a difendersi, stanco di condanne all'ergastolo che, a suo dire, erano frutto dell'applicazione meccanica del teorema Buscetta anche quando collaboratori di giustizia come Giovanni Brusca, autoaccusandosi dell'omicidio del capitano Basile, lo avevano scagionato in pieno.

Nel 2004, gli era stato revocato il regime di detenzione del 41-bis. Michele Greco ed il fratello Salvatore, detto `il senatore' per i suoi rapporti privilegiati con politici ed esponenti della finanza, erano stati processati anche per la strage in cui morì il consigliere istruttore Rocco Chinnici, ma alla fine le condanne all'ergastolo inflitte vennero annullate e la Corte d'assise d'appello di Messina, li assolse con la vecchia formula dell'insufficienza di prove. Famoso, ed ancora visibile su internet, l'intervento del `papa' poco prima che la corte del maxi-processo di Palermo si ritirasse in camera di consiglio. "Vi auguro la pace signor presidente - disse Michele Greco - perché la pace è la tranquillità dello spirito e della coscienza, che sono alla base per giudicare".