Mercoledì 24 Aprile 2024

Così ci ha ingannato

NICOLAS SARKOZY in stato di fermo nell’alveo di un’inchiesta su un presunto finanziamento di Gheddafi delle presidenziali del 2007. Un’avventura simile gli era già occorsa nel 2014, con un’altra inchiesta per traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Un terzo filone, poi archiviato, riguardava il finanziamento ai narcos per liberare la miliardaria Bettencourt. Soldi e affari, affari e soldi. Non deve essere bello per i francesi vedere uno dei propri ex-capi così pesantemente attenzionato, e noi ne sappiamo qualcosa. Perciò, a Nicolas Sarkozy auguriamo che tutto si risolva in una colorata bolla di sapone. Però, se ricordiamo gli eventi del 2011 e quella (allora) incomprensibile fuga in avanti con cui aveva trascinato l’Onu, Stati Uniti, Nato e altri molto interessati volonterosi a bombardare la Libia, dobbiamo ammettere che Sarkozy da allora ha messo nei guai anche noi, sopra tutto noi, che in questi guai ci stiamo tuttora dibattendo. Mesi di distruzioni e attacchi (ci ha costretto a combattere i nostri stessi interessi nazionali), l’uccisione per mano forse prezzolata del dittatore, il caos per non aver previsto alcun dopo, e, a misfatto terminato, quell’eclissi di tutti i responsabili del disastro che ha lasciato noi, solo noi, a bruciarci le dita con il classico cerino rimasto nelle nostre mani. E allora, se non fossimo «italiani brava gente» come in fondo siamo davvero, ora ci verrebbe tanta voglia di fregarci le mani e mormorare un impronunciabile «Gli sta bene». Ma questo, noi, non lo faremo mai. Anzi, facendo sempre buon viso a cattiva sorte, in questi sette anni abbiamo continuato a subire continue e inspiegabili scortesie anche dai suoi due successori. Un tempo, quando non si veniva a capo di qualcosa, si diceva «cherchez la femme». Oggi è molto meglio dire «cherchez l’argent».