Mercoledì 24 Aprile 2024

Noi e gli Usa, la ricetta impossibile

Salvini torna da Washington a mani vuote. Né si aspettava il contrario. E allora perché c’è andato? Semplice: per i simbolismi che talvolta in politica sono tangibili quanto la sostanza. Primo e ovvio simbolismo: il primato degli interessi nazionali, vale a dire il sovranismo in contrapposizione al multilateralismo globalizzante e suicida. America First trova il suo corrispondente in Prima gli Italiani. E dato che in due anni Trump ha consolidato un’espansione economica come non si ricordava dai tempi di Reagan, è logico che ieri Salvini abbia voluto avere delle conferme. Chissà che un giorno alla Casa Bianca entri da primo ministro e non più da vice! Dunque Trump cos’ha fatto? Quel che fece il suo lontano predecessore. Con una differenza: Reagan tagliò di circa un terzo le tasse sul reddito. Trump ha tagliato nella stessa misura la Corporate Tax, dal 35 al 21 per cento, e ha sfrondato la giungla dei regolamenti. Risultato: sono nati o tornati in patria una decina di milioni di jobs. Oggi la disoccupazione è al 3,6 per cento, un record. La crescita oscilla fra il 3 e il 4 e, a dispetto del super dollaro, potrebbe salire se, come pare, la Fed abbasserà i tassi d’interesse. Prima volta in nove anni.

Questa ricetta è applicabile in Italia? La risposta è no. L’America non è ingabbiata nei parametri del masochismo europeo. Può aumentare il budget annuale e il debito pubblico nella ragionevole prospettiva che la macchina economica finirà per produrre maggiore ricchezza, maggiori entrate fiscali e in prospettiva un riassorbimento del debito. Esattamente quanto avvenne sotto Bush senior e sotto Clinton. Questa è la supply side economics. Fu predicata e praticata dal defunto Jack Kemp. Funziona solo in presenza di uno choc fiscale: tagli in quell’ordine di grandezza. Ma Maastricht li rende improponibili. Nella migliore delle ipotesi il governo gialloverde può arrivare a un uno, forse a un due per cento. Trascurabile. E la flat tax? Fu teorizzata in America, ma paradossalmente applicata dalla Russia postcomunista e dai suoi ex satelliti. Negli anni Novanta Forbes non venne preso sul serio. Verrà preso sul serio Salvini?