Venerdì 26 Aprile 2024

L'Italia del senatùr

Siccome non è tempo di necrologi, prendiamo il malore di Bossi come un’occasione. Per fargli gli auguri, ovvio, e per rinfrescare un po’ la memoria. Cosa che non guasta in questi tempi di rimozione, di azzeramenti di tutto ciò che è stato, di "nuovi che avanzano" che già odorano di naftalina. Il Senatùr, a causa dell’ictus di 14 anni fa, non è più in gioco da parecchio tempo. La Lega Nord, il Carroccio, l’ampolla con l’acqua sacra del Po, la Padania, i raduni di Pontida con un paio di fessi con l’elmo vichingo, inevitabilmente eletti dai giornali a simbolo della barbarie del Carroccio. Poi il Trota, che sarebbe il figlio dell’Umberto, le spese facili o quelle melmose come i 49 milioni che lo Stato reclama. Luci, ombre, folclore, contraddizioni. Pagine belle e brutte. Tutto vero. Ma senza questo signore che ha fatto la scuola Radio Elettra per corrispondenza, che girava per le valli bergamasche con un’auto sgangherata, che ostentava la sua canottiera anche in Costa Smeralda, l’Italia di oggi non sarebbe com’è. Anche e soprattutto la Lega, che non è più Nord, ma un partito nazionale, forse il più nazionale. Anche e soprattutto Salvini, la star politica del momento, il Bossi del terzo millennio, che ha saputo scendere a valle con le felpe al posto delle canotte, e arrivare fino al mare di Sicilia. Molti diranno: beh, di questa Italia non si sentiva il bisogno. Legittimo. Come non si sentiva il bisogno di Berlusconi che ha fondato 25 anni fa Forza Italia, o di Prodi che ha messo al mondo la fragile creatura chiamata Ulivo, o di Grillo con Casaleggio che si sono inventati il Movimento 5 Stelle. O no? Di nessuno che non la pensa come noi si sente il bisogno. Figuriamoci. Questo dice la pancia. Altro deve suggerire il cervello. Con il rispetto per chi ha saputo creare qualcosa di lecito, per chi ha scoccato una scintilla, acceso un fuoco, raccolto dei consensi. Bossi è uno di questi. Con tutti i suoi difetti. E con il pregio di non mollare. Anche questa volta.