Mercoledì 24 Aprile 2024

Conte bis. Io speriamo che se la cava

Se per gli opinionisti politici è stata una delle estati più eccitanti del secolo – fatto il governo avranno un down tremendo – noi cittadine-i ci siamo eccitati molto meno: abbiamo questo vizio di pensare più alle figlie e ai figli, specie chi li ha lontani, che alle telefonate tra Spadafora e Delrio. Ora è fatta. Le vene dei polsi tremano meno, per quanto nel castone di questo governo-gioiello fatto a tavolino brilli un ministro degli Esteri che confonde Cile e Venezuela e a cui chiunque tra i suddetti figli potrebbe dare ripetizioni di storia e geografia. Ma, se non tutte e tutti, almeno i più fra noi, comunque la pensiamo e votiamo, a questo punto sperano che le cose funzionino: eccoci definitivamente trasferiti nella post-ideologia (prima mutazione). Si faccia bene, chiunque sia a fare e in qualunque modo sia composta l’alleanza: perfetto, in tal senso, il ciuffetto elegante e polifunzionale dell’avvocato Conte, già di destra e ora di sinistra, già Carneade e ora Stupor Mundi.

Seconda mutazione: il voto, che già interessava una platea in decrescita infelice, ora è definitivamente svalutato. Fanno tranquillamente tra loro, quello che votiamo è irrilevante, lo stesso Stupor Mundi non l’ha mai eletto nessuno. Ciò che importa è accontentare Ursula, Lagarde, Trump, perfino Bill Gates e tutto quanto l’azionariato neocapitalista globale che festeggia il nuovo governo con le bollicine di uno spread ai minimi storici. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbero stati tanto felici con Leu nella compagine governativa? Conclusasi tra cravatte e chiffon con il giuramento solenne al Quirinale, l’estate del nostro scontento è stata la rappresentazione perfetta della crisi della democrazia rappresentativa, con Boris Johnson che faceva la sua parte Oltremanica. Ma se non ci resta che sperare, pretendiamo quanto meno l’osservanza di due irrinunciabili principi politici: la riduzione del danno per il maggior numero, e non per i soliti happy few. E il bene dei più piccoli davanti a tutto. I figli, i figli e ancora i figli. Abbiamo bisogno di stare un po’ tranquilli. Abbiamo bisogno di un po’ di pace.