Mercoledì 24 Aprile 2024

Cittadini e politici: la differenza tra noi e loro

Se vi chiedono quante Italie ci sono, semplificate. Lasciate stare le distinzioni classiche: nord, sud, produttiva, parassitaria... Tutto vero, ma di Italie, se si guarda bene, ce ne sono soprattutto due: noi e loro. Noi cittadini, la parte sana vittima del malaffare e della sopraffazione dello Stato. Loro, i politici, la parte avariata, il Palazzo nelle sue più varie articolazioni, tutte, o quasi, comunque ritenute malavitose.

Da tempo il dibattito politico e sociale si nutre dello scontro tra questi due mondi. Ma quando si manifestano, e purtroppo succede spesso, fenomeni di corruzione, beh, la nostra percezione diventa certezza granitica, con fiumi di indignazione che esondano dai social, nei messaggi alle radio e alle tv, nei discorsi al bar. La certezza che siamo sempre più immacolati, e loro, tranne ben note auto-eccezioni, sempre più una sorta di nave carica di galeotti approdata nella baia degli angeli. Allora, proviamo a dirci le cose come stanno: questa distinzione è falsa, frutto di uno schema qualunquistico che ha ingrossato le fila dei movimenti anti sistema, 5 Stelle in particolare, che di questo slogan, incistato oramai nel Dna del Paese, hanno fatto il punto di forza e il motivo di esistere.

La distinzione è falsa per vari motivi oggettivi. Primo: loro non sono nel Palazzo per decreto o per un colpo di Stato: li abbiamo mandati noi con libere elezioni. Secondo. Se qualcuno di loro è corrotto, vuol dire che almeno altrettanti di noi sono corruttori. E chi di noi è senza peccato scagli la prima pietra. In quanti non hanno dato o provato a dare una mancia per superare una coda, o una bottiglia di vino buono perché una pratica sia in evidenza? Tutti comportamenti che potrebbero avere una qualche rilevanza penale. O no? Certo, molti cittadini non si piegano a questo andazzo. Per fortuna. Certo, il politico deve avere un codice diverso dai comuni mortali. Dev’essere migliore. Peccato che sia uno di noi diventato loro. E che quindi tra loro come tra noi ci siano nella stessa percentuale le persone perbene e i disonesti. Allora smettiamola di chiedere agli altri che siano irreprensibili, mentre paghiamo in nero l’elettricista che ci fa lo sconto. Chiediamo al Palazzo di dare l’esempio. Doveroso. Ma facciamolo anche noi. Perché può capitare che qualcuno di noi diventi uno di quelli che chiamiamo...loro.