Giovedì 25 Aprile 2024

Promesse e realtà

Roma, 19 giugno 2018 - «Faremo il censimento dei rom. Quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere. Gli irregolari li espelliamo». Lanciando ancora una volta il cerino acceso dentro la santabarbara, Matteo Salvini ha aperto un nuovo fronte di battaglia. Dopo i migranti, adesso tocca ai rom. Quale argomento migliore per un leader dichiaratamente populista? Migranti e rom sono temi eccellenti per una campagna elettorale ancora aperta (domenica prossima si va al ballottaggio in 761 comuni) e il capo della Lega sa che certe dichiarazioni roboanti possono produrre grandi effetti, quali che siano le probabilità di tradurre poi le promesse in realtà. Diceva Machiavelli: «Tutti ti valutano per quello che appari. Pochi comprendono quel che tu sei... ».

Resta il fatto che dietro le bordate esistono problemi veri, finora non risolti o mal gestiti dalle forze politiche. Immigrati e nomadi sono indubbiamente spine dolorose nel fianco dell’Europa, simbolo delle disfunzioni radicate nei paesi che hanno soppresso le frontiere. E bisognerà pure che prima o poi, cessati gli strepiti dello scontro elettorale, ci si metta al lavoro seriamente per risolvere i problemi: non da soli, che non porterebbe a niente, ma insieme con i partner europei che vivono le stesse contraddizioni. Prendiamo il caso della Francia. Anche qui i rom, ribattezzati Tsiganes, Gitans o Manouches, sono fonte di enormi tensioni. Non si sa quanti siano: 350mila secondo fonti del ministero degli Interni, 1 milione e 300mila secondo l’associazione «Tsigane Regards». In Italia sicuramente molto meno: fra 120 mila e 140 mila, secondo «Opera Nomadi». Riuscirà Salvini a ottenere cifre esatte? Impossibile perché i rom per definizione sono vaganti, e poi perché in Francia, come in Italia, sono vietate le statistiche etniche. Altro dato su cui meditare: le crociate contro i rom non hanno portato fortuna ai presidenti che le hanno proclamate. Sarkozy, che nel 2010 aveva promesso lo smantellamento sistematico dei campi rom, non è stato rieletto nel 2012. Il suo successore Hollande, sotto il cui quinquennio le espulsioni sono raddoppiate, non ha potuto nemmeno presentarsi alla gara del 2017. Citiamo ancora una volta Machiavelli: «Gli uomini fanno questo errore, che non sanno porre termini alle speranze loro, ed in su quelle fondandosi, senza misurarsi altrimenti, rovinano».