Mercoledì 24 Aprile 2024

Amazon si allarga in Italia. La rivoluzione commerciale va governata

C'era una volta Postalmarket. Poi è arrivato Internet, Postalmarket è finito in liquidazione ma gli italiani si sono innamorati della spesa sul web e tutto è cambiato. Per Amazon, Alibaba, Yoox e affini gli ultimi anni sono stati un crescendo di vendite e affari. Tanto che Amazon ha scoperto un po’ di America in Italia, Alibaba ha deciso di sbarcare armi e bagagli in Europa (come raccontiamo nelle pagine interne) e l’ecosistema dello shopping è cambiato per sempre. Ma se si vuole giudicare l’impatto che il commercio online ha avuto sul mercato del lavoro, sulle nostre abitudini e sull’intero settore del commercio, occorre farsi almeno una domanda.

È nato prima l’uovo (le vendite sul web) o la gallina (l’utente che ama comprare stando a casa)? La domanda resta sospesa: i colossi dell’e-commerce hanno semplicemente annusato il cambiamento dei costumi, così come trent’anni fa i centri commerciali colsero il mutamento delle abitudini dei consumatori. Offrono servizi che sono richiesti, ma al tempo stesso creano nuove esigenze e nuovi comportamenti. È il modello Google che si è impossessato delle nostre vite: scrivo il nome di un prodotto e l’algoritmo me lo trova, confronta i prezzi e mi garantisce il trasporto fino a casa. Il commercio fotografa meglio di tanti altri settori i cambiamenti della società. Non stupiamoci se oggi si adegua a una società che vive sul web e cerca di utilizzare la rete per semplificare la vita. Contrastare l’onda non serve e anzi diventa letale per chi pensa di battere un fenomeno mondiale. Si tratta di fare convivere tutte le esigenze e le abitudini, tenendo conto che l’esistenza (o resistenza) di negozi nei quartieri e nei piccoli centri urbani risponde anche ad un bisogno di coesione sociale.

Molti commercianti fanno convivere la presenza fisica con quella virtuale su internet. Ma da soli non possono farcela. L’impatto di colossi come Amazon e Alibaba in Italia e in Europa va gestito. Questi big nascono in Paesi dove la politica dei salari, la gestione del personale e le politiche fiscali sono storicamente diversi dai canoni europei. Non tocca a noi adattarci, ma a loro applicare i modelli di relazione che fanno parte della nostra storia. Ed è il cammino che pare abbiano intrapreso. Sul tema fiscale poi è inutile girarci attorno: i big devono pagare in percentuale più tasse (e pagarle nei Paesi dove operano) rispetto ai piccoli che mantengono la bandierina nel borgo di campagna. La lezione è unica e semplice: i cambiamenti si affrontano, non si subiscono. Nel commercio come nelle altre sfide tecnologiche.