Il mondo di Fefè

Lo dico prima, sono molto di parte. Perché proprio non mi andava giù quello che stava succedendo a Fefè De Giorgi fino a qualche mese fa. Avendo il difetto, almeno in alcuni casi, di disporre di una discreta memoria, non riuscivo a capire come il mondo del volley si stesse adeguando a quello di altri […]

Lo dico prima, sono molto di parte. Perché proprio non mi andava giù quello che stava succedendo a Fefè De Giorgi fino a qualche mese fa. Avendo il difetto, almeno in alcuni casi, di disporre di una discreta memoria, non riuscivo a capire come il mondo del volley si stesse adeguando a quello di altri sport così in fretta, dimenticando meriti e valori delle persone. Ancora prima che dei professionisti.

Siccome Ferdinando De Giorgi, per tutti Fefè, oltre ad essere un bravo allenatore è anche una bella persona, mi sembrava ingiusto che dopo aver vinto uno scudetto con la Lube allora di Macerata, ma soprattutto dopo aver portato l’anno prima in finale Perugia con una squadra rivelazione (è come se lo scudetto alla Juve lo contendesse l’Atalanta, per capirci), mi sembrava ingiusto che dopo gli anni nelle Marche Fefè avesse dovuto ricostruire una carriera andando prima in Siberia e poi in Polonia.

Per carità, se fai questo mestiere ci sta che tu debba viaggiare: guardate Andrea Gardini, che per avere una panchina in Italia che meritava da un po’ ha dovuto fare pentole e coperchi, ancora in Polonia.

Però, insomma, a me vedere Fefè sul tetto del mondo, al di là della qualità della Lube che è sicuramente di livello mondiale, dà un piacere particolare.