Treno in ritardo? Mostro il biglietto con lentezza

D’accordo per il risarcimento, i bonus, i ristori vari di disagi, ritardi, fermate improvvise e impreviste che ci toccano nel nostro viaggiare sulle patrie rotaie. Tutto bene, tutto giusto. Ma potremmo (lancio una proposta a tutti i pendolari) fare sentire la protesta anche in un altro modo: si presenta il controllore e chiede il biglietto, […]

D’accordo per il risarcimento, i bonus, i ristori vari di disagi, ritardi, fermate improvvise e impreviste che ci toccano nel nostro viaggiare sulle patrie rotaie. Tutto bene, tutto giusto. Ma potremmo (lancio una proposta a tutti i pendolari) fare sentire la protesta anche in un altro modo: si presenta il controllore e chiede il biglietto, noi glielo mostriamo con lo stesso ritardo che sta subendo il nostro treno. Si viaggia con 20 minuti di ritardo? Il controllore aspetta altrettanto tempo di vedere il biglietto. Gianfranco, Varese

Proposta singolare e interessante, quella del nostro corrispondente. Dalle mail che ci arrivano dobbiamo concludere che è condivisa da altri. Anche se c’è da chiedersi cosa accadrebbe se il treno fosse gravato da un’ora di ritardo: pendolare e capotreno a fronteggiarsi per un’ora, in un’atmosfera di attesa beckettiana, prima della comparsa del fatidico biglietto. Proviamo a immaginare una scena tipo, con un ritardo del treno meno abissale. Ancora pochi minuti e arriverà alla meta sospirata. Si presenta il controllore. “Ripassi fra mezz’ora”, ribatte, caustico, il pendolare. “Ma fra mezz’ora saremo già arrivati da un pezzo”, contrattacca il ferroviere. “E a me?”, ribatterebbe a questo punto il pendolare e qui si fermerebbe perché, solitamente, si tratta di una persona fornita di bona educazione, per quanto questa venga più volte messa a dura prova. Ricordiamo per l’amico di Varese un episodio raccontato tempo fa a un altro lettore che ci aveva scritto sullo stesso argomento. Un episodio lontano nel tempo, che esce dalla nostra lunga, ahinoi, esperienza di viaggio sui treni.

Estate piena, torrida. Treno dalla Riviera. Ritardo siderale di un paio d’ore o giù di lì. accumulato lungo il percorso. L’approdo alla Centrale si sta profilando quando ormai si incominciava a disperare. Compare il controllore con la richiesta dei biglietti. Il primo viaggiatore, interpellato nel corridoio, lo guarda come se si fosse trovato davanti un venusiano, lo stupore si muta in incredulità e tutto finisce con una scrollata di spalle. Il secondo a essere interpellato reagisce in maniera opposta, veemente, adirata, richiamando l’attenzione degli altri passeggeri assiepati nel corridoio. Alle spalle dell’incauto controllore si materializza, come per incanto, una impressionante muraglia umana, madida di sudore, scamiciata, urlante. Il finale virulento viene evitato (ma solo per un soffio) dall’intervento di un paio di viaggiatori ancora in possesso delle rispettive facoltà mentali e di una eccezionale dose di self control. Il malcapitato viene trascinato in uno scompartimento. Lì gli viene spiegato che ha rischiato grosso e che la sua latitanza sarebbe stata oltremodo gradita fino all’arrivo in stazione. gabrielemoroni51@gmail.com