Paga sempre la donna

Estati pazze, brutali, insanguinate. Femminicidi che nascono da viluppi inestricabili, intrecci in bilico fra amore e odio. Oppure dall’erompere improvviso della furia, quella dell’uomo che uccide perché si vede smascherato nella menzogna. O ancora per gelosia e il timore dell’abbandono. Allora ammazza, distrugge, occulta (o almeno tenta di farlo) quella che considera sua proprietà al […]

Estati pazze, brutali, insanguinate. Femminicidi che nascono da viluppi inestricabili, intrecci in bilico fra amore e odio. Oppure dall’erompere improvviso della furia, quella dell’uomo che uccide perché si vede smascherato nella menzogna. O ancora per gelosia e il timore dell’abbandono. Allora ammazza, distrugge, occulta (o almeno tenta di farlo) quella che considera sua proprietà al punto da sentirsi autorizzato a esercitare un diritto di vita e di morte. Storie sigillate da una confessione. Altre sono concluse, anche se i faldoni giudiziari racchiudono, con le carte, anche i dubbi, le ipotesi di una verità alternativa. Altre ancora gonfiano il triste elenco degli omicidi irrisolti e ognuna, per dirla con Churchill, è un rebus, avvolto in un mistero, dentro un enigma. Storie accomunate dalla regola crudele che è sempre la donna a pagare.

I cronisti ricordano l’estate follemente violenta del 1993. Inaugurata dalle bombe di mafia a Milano, Roma, Firenze, proseguita con omicidi privati. Come quello di Laura Bigoni, bella ragazza milanese, in vacanza a Clusone, nella Bergamasca. La trovano stesa sul letto la mattina del primo d’agosto. Il fumo dell’incendio appiccato dall’assassino nasconde per un attimo le ferite lasciate da nove coltellate. A novembre di cinque anni dopo, dopo un iter estenuante, la Cassazione rende definitiva l’assoluzione del fidanzato di Laura. Il 13 agosto del 2007 Garlasco allunga la sua giornata nella piatta tranquillità della Lomellina. Chiara Poggi, 26 anni, è ancora in pigiama quando apre al suo assassino la porta del villino di famiglia. Gambara, provincia di Brescia. Marilia Rodrigues Silva Martin è giovane e piena di sogni. Le mani che le stringono il collo, il 29 agosto di cinque anni fa, strappano la sua vita e quella che da quattro mesi porta dentro di sé. Sono le mani del padre di suo figlio, a sua volta sposato e due volte padre. Un villino a Seriate, provincia di Bergamo. Gianna Del Gaudio è una prof in pensione. Viene sgozzata la sera del 26 agosto del 2016, dopo una cena in famiglia. Il marito, unico indagato, sostiene da sempre di avere visto fuggire un uomo incappucciato.

Laura, Chiara, Marilia, Gianna. Donne. Diverse eppure rese simili non solo da un destino condiviso, ma anche dai periodici ricorsi delle nostre estati violente. È la donna a pagare senza colpa. E a morire.