Come nasce la bevanda degli dei dal cuore del chicco il Dassai 23

DEGUSTARE Sake come fosse un gran cru francese. La scommessa, già vinta, di Hiroshi Sakurai, che ha portato a Milano l’etichetta Dassai con i suoi Junmai Daiginjo, la qualità più pregiata della “bevanda degli dei” che ha conquistato la Francia, prossima apertura a Parigi di un bar ristorante cantina Dassai con Joel Robuchon, e il […]

DEGUSTARE Sake come fosse un gran cru francese. La scommessa, già vinta, di Hiroshi Sakurai, che ha portato a Milano l’etichetta Dassai con i suoi Junmai Daiginjo, la qualità più pregiata della “bevanda degli dei” che ha conquistato la Francia, prossima apertura a Parigi di un bar ristorante cantina Dassai con Joel Robuchon, e il mondo. Hiroshi Sakurai ritorna, dopo Expo, dall’amico Wicky Priyan, per presentare le sue bottiglie più preziose e la storia di Dassai.

MENTRE UN JAZZ suona elegante sotto, vediamo nel video la produzione del sake di puro riso nelle sue fasi. Che non può prescindere da una sorgente d’acqua e dal riso Yamana Nishiki, Zona Speciale A, che equivale a un Gran Cru francese. Il mare interno di Setouchi garantisce un microclima mite e ventilato, il terreno è ricco di magnesio, che influisce sul volume dei chicchi e la loro concentrazione di amido. Infatti la qualità e la raffinatezza di un sake dipendono dal livello di levigazione (seimai) dei chicchi, fino ad arrivare al “cuore bianco”, puro concentrato di amido. Seguono la prima fermentazione e un lavaggio a mano, poi un fungo ricco di enzimi favorirà la saccarificazione dell’amido inerte. Riso inoculato, riso cotto al vapore e lievito formano il mosto che fermenterà 25-40 giorni in acciaio a bassa temperatura (5°). L’enzima del Koji trasforma l’amido in glucosio, il lievito in etanolo e lentamente il mosto diventa un sake dalla “consistenza liscia e vellutata, con una sorprendente freschezza aromatica”.

DA DEGUSTAZIONE e da raffinato abbinamento gastronomico, nel morbido passaggio dalla tradizione al futuro. Filtrato, conservato a crudo finché gli enzimi non hanno compiuto il loro lavoro, viene imbottigliato a freddo. Ma può essere servito dai 5° ai 55°. La gamma. Il Dassai 50 (il grado di levigatura del chicco), prima evoluzione fruttatta e floreale della tradizione. Il Dassai 39, archetipo dello stile moderno, “goloso, fruttato e succoso”, sublima le pietanze di mare. Il Dassai 23, il più levigato e pregiato in commercio, fruttato, agrumato, di straordinaria complessità e persistenza “con finale di nocciola grigliata, yuzu e rabarbaro”. Come un gran Chardonnay. E tutti anche frizzanti per i più giovani