West Nile, come difendersi dalla febbre tropicale e dalla zanzara

Altre due vittime in Emilia-Romagna, una morte sospetta in Veneto, due contagi in Friuli Venezia Giulia. La Febbre del Nilo occidentale preoccupa a fronte di un aumento delle infezioni e dei decessi, per lo più in pazienti anziani affetti da altre patologie. La malattia detta West Nile è trasmessa dalla zanzara comune (Culex pipiens), che punge […]

Altre due vittime in Emilia-Romagna, una morte sospetta in Veneto, due contagi in Friuli Venezia Giulia. La Febbre del Nilo occidentale preoccupa a fronte di un aumento delle infezioni e dei decessi, per lo più in pazienti anziani affetti da altre patologie. La malattia detta West Nile è trasmessa dalla zanzara comune (Culex pipiens), che punge e diffonde il virus più spesso nelle ore comprese tra il tramonto e l’alba, a differenza della zanzara tigre che attacca frontalmente di giorno. Nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o settimana. Nei casi più gravi si rende necessario il ricovero in ospedale. Il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha registrato tra il 24 e il 30 agosto un record in Europa con 300 nuovi casi di contagio per Febbre del Nilo: l’Italia, con 144, è stato il Paese col maggior numero di infezioni.

In condizioni climatiche come queste, la zanzara Culex resta attiva fino a ottobre. Negli ultimi cinque anni il picco dei casi di West Nile si è registrato in agosto, con un importante numero di segnalazioni anche in settembre e qualche caso anche in ottobre e all’inizio di novembre. Per West Nile manca ancora un vaccino e siamo privi di farmaci efficaci. Le misure che possono essere impiegate si limitano ai presidi di protezione degli ambienti domestici (zanzariere, insetticidi) e individuali (repellenti per insetti).

“Quanto sta accadendo”, è il commento del Prof. Massimo Galli, Presidente SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, “dimostra la necessità improcrastinabile di un’intensificazione della lotta ai vettori, alle zanzare, visto che quanto è stato posto in atto finora non ha sortito il risultato auspicato e che è altamente verosimile che condizioni climatiche come quelle di quest’anno possano ripresentarsi nel prossimo futuro. Notizie di questi giorni testimoniano inoltre l’incremento delle segnalazioni di Aedes koreicus in Italia settentrionale, ulteriore esempio di radicazione nel nostro territorio di specie di insetti ematofagi subtropicali o tropicali potenzialmente pericolosi per la salute umana”.

In questa situazione i vertici della Simit ritengono indispensabile l’applicazione rigorosa dei piani di intervento e delle linee guida del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità e la loro ulteriore integrazione in un piano nazionale di lotta ai vettori che tenga conto delle recenti esperienze, che disponga delle risorse necessarie e la cui realizzazione coordinata non lasci spazio a mancanze che localmente possano compromettere il risultato generale. Va infatti ricordato, secondo il presidente degli infettivologi italiani, che la lotta ai vettori non consente flessibilità locali nella sua applicazione a livello di Regioni, perché la mancata o insufficiente attuazione in un’area può compromettere il risultato anche in aree contigue. In considerazione delle difficoltà e dei limiti delle azioni tardive sulle zanzare adulte, è auspicabile che su questo piano si inizi a lavorare in tempi brevissimi, al fine di poter ottenere risultati significativi già nel prossimo anno.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale