Vaccino antinfluenzale, cresce la protezione contro il virus selvaggio

L’influenza torna sempre alla ribalta della cronaca, ed ecco arrivare in Italia il primo vaccino antinfluenzale quadrivalente contro il virus trasformista mediante coltura cellulare. Potrà sembrare strano parlare di vaccino antinfluenzale in primavera inoltrata, proprio ora che abbiamo archiviato la brutta stagione. Eppure la notizia è attuale in quanto riguarda una innovazione per la nostra […]

L’influenza torna sempre alla ribalta della cronaca, ed ecco arrivare in Italia il primo vaccino antinfluenzale quadrivalente contro il virus trasformista mediante coltura cellulare. Potrà sembrare strano parlare di vaccino antinfluenzale in primavera inoltrata, proprio ora che abbiamo archiviato la brutta stagione. Eppure la notizia è attuale in quanto riguarda una innovazione per la nostra salute.

Entra in produzione il primo vaccino antinfluenzale prodotto con l’innovativa tecnologia della coltura cellulare, che sarà disponibile in Italia per la prossima stagione influenzale 2019-2020. Messo a punto da un’azienda che già produce il ben noto vaccino adiuvato per anziani e persone fragili sotto il profilo delle difese naturali, questo nuovo presidio sanitario è prodotto su cellule di mammiferi, invece del tradizionale sistema di crescita su uova, ed è un’arma in più contro i virus influenzali camaleonti, quelli pronti cioè a cambiare pelle, a cambiare aspetto, e modificarsi in corso d’opera, anche in maniera significativa.

Con la nuova tecnologia, mantenendo il virus influenzale nelle cellule sin dall’iniziale isolamento, si riduce il rischio di cambiamenti mutevoli proteiformi del virus stesso causati dall’adattamento alla crescita su supporto uovo, cioè il vaccino conterrà componenti virali più simili a quelli circolanti e sarà pertanto potenzialmente più efficace. Infatti, spiega Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all’Università di Firenze, «gli studi hanno dimostrato che alcuni virus di tipo A H3N2, quando vengono coltivati su uova, subiscono cambiamenti che portano a una riduzione dell’efficacia dei vaccini. Quando il vaccino viene invece prodotto su substrato cellulare, le componenti del virus A H3N2 sono in grado di offrire una protezione più mirata e potenzialmente migliore».

A valutare il possibile impatto sociosanitario ed economico dell’introduzione in Italia del nuovo vaccino è anche uno studio dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che hanno sviluppato un modello matematico ad hoc: «La vaccinazione raccomandata dal Ministero della Salute evita ogni anno oltre un milione di casi di influenza in Italia – ha scritto Caterina Rizzo dell’Ospedale Bambino Gesù -. Il nostro studio stima però che l’introduzione del nuovo vaccino in Italia permetterebbe, in una stagione di media incidenza, di evitare più di 700mila casi di influenza e 200mile visite in più rispetto allo scenario attuale».

“Parliamo di un prodotto che, grazie alla corrispondenza antigenica tra virus del vaccino e virus selvaggio, ci auguriamo possa offrire nuovi strumenti alla Sanità Pubblica per rafforzare la lotta all’influenza e alle sue pericolose complicanze – ha affermato Maura Cambiaggi, Manager Seqirus Italia -. Questa tecnologia rappresenta uno dei cambiamenti più significativi introdotti nella produzione dei vaccini antinfluenzali dagli anni ’40 a oggi e si affianca al nostro vaccino trivalente adiuvato prodotto su uova che, grazie alle proprietà dell’adiuvante, resta l’opzione di scelta sia in termini di efficacia di prevenzione dell’influenza sia di costo-efficacia, nella popolazione anziana”.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute Benessere