Trapianto di rene da animale a uomo. Appello per le donazioni

La notizia del primo xenotrapianto su essere umano eseguito negli Usa segna un passo avanti nella medicina, ma la strada è ancora lunga. I media hanno dato notizia che alla New York University – Langone Health i medici hanno impiegato un rene da animale, un organo ingegnerizzato in modo da eliminare nei tessuti una molecola che […]

La notizia del primo xenotrapianto su essere umano eseguito negli Usa segna un passo avanti nella medicina, ma la strada è ancora lunga. I media hanno dato notizia che alla New York University – Langone Health i medici hanno impiegato un rene da animale, un organo ingegnerizzato in modo da eliminare nei tessuti una molecola che avrebbe causato un rigetto quasi immediato.

La sperimentazione è stata eseguita su una donna in stato di morte cerebrale, tenuta in vita artificialmente per altri tre giorni dopo l’operazione (eseguita con il consenso dei familiari) prima di staccare le macchine. Si apre così un inedito filone di indagine per pazienti nefropatici, in dialisi, allo stadio terminale. Negli Stati Uniti oltre 90mila persone sono in attesa di un rene da donatore (i tempi medi in questo ultimo caso vanno dai tre ai cinque anni).

“La notizia del primo trapianto di rene geneticamente modificato, nell’uomo, senza segni di rigetto iperacuto, è certamente rilevante. In tutto il mondo la disponibilità di organi per trapianto è largamente insufficiente a soddisfare la domanda”, ha scritto Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti CNT. Occorre ribadire che queste ricerche di frontiera, pur importantissime, sono improponibili per i pazienti in lista d’attesa, per i quali l’unica soluzione possibile è quella di ricevere una donazione umana.

“Molti problemi – osserva Cardillo – devono essere ancora risolti per garantire la sicurezza dei trapianti da altre specie e per essere certi che l’organo (in questo caso era un maiale, ndr) venga tollerato dall’organismo che lo riceve, per tempi superiori ai tre giorni del caso in questione, o per scongiurare il rischio di trasmissione di virus sconosciuti dall’animale all’uomo. Ciò che possiamo invece fare subito è informare i cittadini sulle modalità di donazione degli organi dopo la morte, o in vita per un familiare o un conoscente malato”.

Oggi è possibile esprimere la propria volontà alla donazione presso gli uffici anagrafe comunali, all’atto del rilascio o del rinnovo della carta d’identità elettronica. Ma è possibile, anche online in pochi minuti, iscriversi al registro donatori tramite l’ Associazione italiana donatori di organi sul sito AIDO.

“La sperimentazione condotta negli Stati Uniti si inserisce in un filone ben noto alla comunità scientifica”, ha dichiarato Piergiorgio Messa, presidente della Società Italiana Nefrologia (SIN RENI), sodalizio scientifico che ha dedicato ampio spazio a questo tema nel corso dell’ultimo congresso. Sono oltre 6.000 le persone in lista d’attesa per trapianto di rene, mentre i reni disponibili si aggirano intorno ai 2.000 ogni anno: mancano quindi all’appello oltre 4.000 reni solo in Italia. Come sopperire alla cronica scarsità di organi? “Sarebbe quanto mai importante diffondere la cultura del trapianto da vivente, che oggi rappresenta solo il 10% delle donazioni”, ha aggiunto il professor Messa, ordinario di Nefrologia all’Università di Milano.