Stress da lavoro, l’Oms riconosce i tre sintomi del burnout

Lavorare stanca, a certi livelli diventa una ossessione. Per l’Oms è ormai una condizione di sofferenza diffusa, quella che gli inglesi definiscono burnout, stress da lavoro. Va bene, qualcuno potrebbe ironizzare alludendo agli assenteisti, ai malati immaginari, quelli pronti a esibire certificato per stare a casa in malattia anche quando potrebbero fare un sacrificio, stringi […]

Lavorare stanca, a certi livelli diventa una ossessione. Per l’Oms è ormai una condizione di sofferenza diffusa, quella che gli inglesi definiscono burnout, stress da lavoro. Va bene, qualcuno potrebbe ironizzare alludendo agli assenteisti, ai malati immaginari, quelli pronti a esibire certificato per stare a casa in malattia anche quando potrebbero fare un sacrificio, stringi i denti e vai. Aggiungiamo quelli che timbrano il cartellino e scappano via, salvo poi farsi beccare in giro mentre fanno la spesa, come si vede in tv. Ma questa è un’altra storia.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità accende i riflettori sulla condizione di milioni di persone frastornate dai ritmi di lavoro. E in questo contesto ci sono migliaia di addetti che se la passano male, come alcolizzati e drogati dal senso del dovere, tanto che non riescono a staccare. Complici i nuovi dispositivi mobili, oggi l’ufficio ti segue dappertutto, incalza notte e giorno. Siamo oberati di impegni al punto da scoppiare.

Per tutti questi stakanovisti il rischio si chiama burnout, sei bruciato, un termine inglese che entra a pieno titolo nei testi di medicina. L’agenzia speciale dell’Onu per la salute ha anche fornito direttive ai medici per inquadrare questa affezione. Segni di burnout sono un calo di energia, senso di spossatezza, isolamento sociale, momenti di negatività, il lavoratore perde colpi, perde efficienza.

La sindrome da burnout fa capolino nella lista dell’International Classification of Diseases (ICD) dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’esaurimento da lavoro, però, non è riconosciuto come vera e propria malattia ma come uno dei fattori che influenzano lo stato di salute o che portano dritto nell’ambulatorio del medico. Dunque il burnout viene considerato un “problema associato con l’occupazione o con l’estremo opposto, la frustrazione dovuta a disoccupazione“, una sindrome conseguente allo “stress cronico sul posto di lavoro gestito senza successo”. Non una malattia, dunque, ma un “fenomeno legato al lavoro”.

Secondo l’Oms questo fenomeno è caratterizzato da tre sintomi: sentimenti di esaurimento mentale o fisico; aumento della distanza mentale dal proprio lavoro o sentimenti di negativismo o cinismo relativi al proprio lavoro; ridotta efficacia professionale. Il burnout si riferisce ai fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita. Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger nel 1974. La nuova classificazione delle malattie è stata ufficialmente adottata durante l’ultima Assemblea mondiale dell’Oms, a Ginevra.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute Benessere