Pediatria, +84% al pronto soccorso per disturbi neuropsichiatrici

Durante la pandemia (marzo 2020-marzo 2021) gli accessi al pronto soccorso per patologie di interesse neuropsichiatrico hanno registrato un incremento dell’84% rispetto al periodo pre-Covid nella fascia di età adolescenziale, sotto i 18 anni. A rilevarlo un’indagine della Società Italiana di Pediatria condotta in 9 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia- Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, […]

Durante la pandemia (marzo 2020-marzo 2021) gli accessi al pronto soccorso per patologie di interesse neuropsichiatrico hanno registrato un incremento dell’84% rispetto al periodo pre-Covid nella fascia di età adolescenziale, sotto i 18 anni. A rilevarlo un’indagine della Società Italiana di Pediatria condotta in 9 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia- Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria).

In particolare, sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria” seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%). Psicosi e disturbi del comportamento alimentare hanno costituito nel campione osservato le prime due cause di accesso al pronto soccorso per patologia neuropsichiatrica (pari al 16,7% e al 15,9% di tutti gli accessi).

Le regioni in cui si è documentato un maggiore incremento di accessi di questo tipo sono state Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107.1%) e Lombardia (+100%). Anche i ricoveri, con posti letto occupati al massimo della loro capienza per settimane, hanno registrato un incremento che ha sfiorato il 40%.

Esiste un’altra pandemia, inaspettata, che negli ultimi mesi colpisce i giovanissimi, spiega Elena Bozzola, segretario SIP. “Oltre alla classica malattia Sars Cov2 correlata, con febbre, tosse e insufficienza respiratoria – chiarisce la specialista – subdolamente si è diffusa tra giovani e giovanissimi una patologia della mente, che per comodità di classificazione si può genericamente definire patologia neuropsichiatrica”.

Restrizioni, incertezza, lockdown hanno contribuito negli ultimi mesi a un incremento di sintomi quali ansia, depressione. Occorre imparare a intercettare certi segnali, come i cambiamenti drastici della personalità, senza sottovalutarli”, spiega Pietro Ferrara, responsabile del Gruppo di Studio sui diritti dei bambini della Società Italiana di Pediatria. “Parlare può essere la prima forma di aiuto, senza minimizzare, criticare, o reagire in modo eccessivo, ma ascoltando e cercando di riconoscere i sentimenti di chi sta attraversando un momento di difficoltà”.

“Da anni si osserva un trend in crescita nei disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva, stimato dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) tra il 5 e il 10% all’anno, a cui oggi si sommano le conseguenze della pandemia”, osserva Annamaria Staiano, presidente SIP. “Le risposta territoriale a questi bisogni è carente, con una rilevante disomogeneità nei percorsi tra le varie regioni italiane. Occorre investire in servizi e programmi di salute mentale a livello nazionale”.