Medicina digitale, informatica e salute

Sul web si rincorrono quesiti del tipo: mangiare troppa carne è sconsigliato? Quanto burro possiamo introdurre nella dieta? Una alimentazione ricca di vegetali, che si dice fa bene al cuore, potrebbe favorire l’ictus cerebrale? E gli acidi grassi omega 3 sono adatti a tutti? Talora circolano affermazioni distorte (fake news) che contraddicono precedenti convinzioni. Anziché apportare […]

Sul web si rincorrono quesiti del tipo: mangiare troppa carne è sconsigliato? Quanto burro possiamo introdurre nella dieta? Una alimentazione ricca di vegetali, che si dice fa bene al cuore, potrebbe favorire l’ictus cerebrale? E gli acidi grassi omega 3 sono adatti a tutti? Talora circolano affermazioni distorte (fake news) che contraddicono precedenti convinzioni. Anziché apportare nuove verità, queste trappole finiscono per disorientare. Come regolarsi?

Su questi temi, ha annunciato Sergio Coccheri, già Ordinario di Malattie Cardiovascolari nell’Alma Mater, la Società Medica Chirurgica ha organizzato un convegno intitolato “Rapporto medico paziente nell’era della medicina digitale, appuntamento in programma il 18 gennaio presso il Palazzo dell’Archiginnasio, a Bologna.

L’informatica è alla base dei progressi della nostra salute, ma dobbiamo essere consapevoli dei limiti del mezzo digitale. Di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che ha rivoluzionato le indagini, la clinica e l’apprendimento in medicina, si assiste al desiderio del paziente di socializzare. Dubbi e ansie vengono condivise, diventano oggetto di discussioni sui social media. In barba alla privacy molti utenti cercano notizie di prima mano su internet, poi rivelano via facebook e whatsapp le loro peripezie, fin nei minimi dettagli. E in questi passaggi a volte prende piede la disinformazione, si spacciano per vere tesi antiscientifiche. Dunque un’arma a doppio taglio.

“Occorre trasmettere correttamente le nozioni della ricerca clinica – scrive ancora il professor Coccheri – sapendo che possono cambiare nel tempo non perché siano sbagliate, ma perché si evolvono in funzione dei mutamenti di tipo sociologico, economico, alimentare e degli stili di vita”. Ecco perché nei luoghi di cura il rapporto diretto, insostituibile, tra medico e paziente, resta centrale.