I programmi di Cattani, presidente Farmindustria

Farmindustria nel segno della continuità, è quanto si coglie dalle parole del presidente Marcello Cattani, pronunciate in occasione del passaggio di consegne con Massimo Scaccabarozzi. Cattani, 50 anni, al vertice di Sanofi Italia dopo aver ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale e internazionale, ha presentato il suo programma nel corso dell’assemblea pubblica del […]

Farmindustria nel segno della continuità, è quanto si coglie dalle parole del presidente Marcello Cattani, pronunciate in occasione del passaggio di consegne con Massimo Scaccabarozzi. Cattani, 50 anni, al vertice di Sanofi Italia dopo aver ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale e internazionale, ha presentato il suo programma nel corso dell’assemblea pubblica del sodalizio.

 

Punti di forza

Nel discorso di insediamento si ritrovano concetti familiari da tempo condivisi: le imprese del farmaco come patrimonio della collettività, un euro investito ne genera altri tre, il ruolo trainante delle donne 43% del totale degli addetti nella farmaceutica, l’Orologio della Vita ovvero i progressi nelle terapie che generano benessere. Dal punto di vista clinico, Cattani ha spaziato dai vaccini agli antivirali contro il Covid-19, ha citato i progressi nelle terapie avanzate per la cronicizzazione dei tumori, malattie rare, farmaci orfani, antibiotici, patologie neurodegenerative (sclerosi multipla), diabete, epatite, fibrosi polmonare e via di questo passo. La scommessa resta la lotta agli sprechi, vera palla al piede della sanità. I nodi irrisolti gira e rigira sono 1. la cerniera lenta che tiene insieme ministeri, Aifa, Agenas, regioni e politici. 2. la pletora impiegatizia che frena le innovazioni del Pnrr. 3. la privacy pervasiva in sanità. 4. l’anacronistica articolazione tra ospedalieri e medici di famiglia, 5. l’utopia che quasi tutto debba passare dal pubblico, costringendo la povera gente a pagare due volte.

 

Semplificazione

Eloquenti le pennellate che dipingono  gli effetti della burocrazia italiana, nelle parole testuali del presidente Farmindustria: “Soffriamo già di un differenziale di costi energetici, che erode la marginalità delle imprese più che in Francia e in Germania, come mostrano i dati di Confindustria. Pagheremo nei prossimi mesi l’aumento dei tassi di interesse, che inciderà di più tramite lo spread. Non possiamo permetterci passi indietro e un altro spread: quello di regole più obsolete e complesse degli altri Paesi, di riforme che attendono, anche a causa del ciclo elettorale, mentre altri acquisiscono leadership, e si muovono con maggiore velocità”. Anche le forme della governance, avverte Cattani, devono adeguarsi al ritmo del cambiamento, tecnologie e processi non devono trasferire la burocrazia dalla carta ai bit, ma valorizzare la responsabilità dei professionisti della salute e semplificare l’organizzazione. Valutazione delle terapie non come costo ma come valore clinico ed economico, considerando i benefici.

 

Organigramma

Per la cronaca Cattani, nell’esercizio del suo mandato, sarà affiancato da cinque vicepresidenti: Lucia Aleotti (Menarini), Alberto Chiesi (Chiesi), Luciano Grottola (Ecupharma), Nicoletta Luppi (MSD), Lorenzo Wittum (Astrazeneca). Del comitato di presidenza Farmindustria fanno parte, si legge nel comunicato ufficiale, anche Emma Charles (BMS), Valentino Confalone (Novartis), Maurizio de Cicco (Roche), Francesco De Santis (Italfarmaco), Massimo Di Martino (Abiogen Pharma), Pierluigi Petrone (Euromed). Nelle dichiarazioni a caldo, a margine dell’assemblea, è stato annunciato che Morena Sangiovanni (Boehringer Ingelheim) sarà cooptata in seno al comitato di presidenza. Nel congedarsi dopo 11 anni al vertice di Farmindustria, per i quali ha raccolto unanime apprezzamento, Massimo Scaccabarozzi (Janssen) ha rivolto il suo saluto di commiato dedicando un pensiero agli operatori del settore salute, un tributo al fattore umano, ai talenti che sono e saranno sempre determinanti per il successo in questo comparto strategico per l’Italia.