Hiv Aids, pandemia silenziosa ai tempi del Covid

Hiv, una pandemia silenziosa. Prevenzione, ricerca, assistenza, sostegno al volontariato, sono tutte azioni che l’emergenza Covid ha fatto passare in secondo piano. Occorre rilanciare l’accesso al test, promuovere la diagnosi precoce e migliorare qualità e sicurezza delle cure, come prevede il piano nazionale HIV AIDS, Legge 135/90. “Fondamentale che tutti rimettano in agenda le tematiche […]

Hiv, una pandemia silenziosa. Prevenzione, ricerca, assistenza, sostegno al volontariato, sono tutte azioni che l’emergenza Covid ha fatto passare in secondo piano. Occorre rilanciare l’accesso al test, promuovere la diagnosi precoce e migliorare qualità e sicurezza delle cure, come prevede il piano nazionale HIV AIDS, Legge 135/90. “Fondamentale che tutti rimettano in agenda le tematiche legate alla cronicità, quale in particolare il paziente HIV AIDS – ha dichiarato Marcello Tavio, presidente Simit, Società italiana malattie infettive – in modo da offrire la miglior presa in carico in uno scenario caratterizzato da nuove opportunità, per un paziente che, in attesa della cura eradicante, deve convivere con una patologia che era caratterizzata, fino a pochi anni fa, da un’elevata mortalità“.

Per fare il punto su prevenzione, diagnosi e cura, Motore Sanità ha organizzato il webinar HIV, una pandemia silenziosa, con un focus sulle regioni Emilia Romagna, Marche e Triveneto, realizzato grazie al contributo incondizionato di Gilead e IT-MeD, moderato da Claudio Zanon e Daniela Boresi. Emergono criticità acuitesi durante l’emergenza Covid-19, prima tra tutte il recepimento a macchia di leopardo dei programmi: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia e Veneto hanno nominato la Commissione Regionale AIDS, altre mancano all’appello. Sempre livello regionale, il PDTA per l’HIV è stato ottenuto in Calabria, Campania, Marche, Lazio, Lombardia e Veneto.

Fast Track Cities è il progetto che vede protagoniste le città italiane, che si attrezzano per eliminare entro il 2030 HIV ed Epatite C come target dell’Oms. Un progetto che ha prodotto risultati significativi nella percezione e nei servizi per la lotta all’HIV e che adesso si estende anche all’HCV, con ambulatori, percorsi facilitati per screening, controlli per malattie infettive oggi divenute curabili.

Sempre oggi sono stati divulgati i dati aggiornati su quanti si rivolgono al Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse – 800 861061 dell’ Istituto Superiore di Sanità. Le chiamate vengono perlopiù da utenti di sesso maschile (76,0%). La classe di età maggiormente rappresentata è quella dei giovani-adulti tra i 20 e i 34 anni. Nel 57,2% delle telefonate gli utenti si definiscono eterosessuali, nel 29,7% si tratta di genitori, insegnanti, operatori sanitari o semplici cittadini senza particolari profili di rischio che si rivolgono al numero verde per essere informati.

“L’Aids è una pandemia che dura da 40 anni, non siamo ancora riusciti a fermarla. Siamo riusciti, grazie ai progressi della medicina, a ridurre tantissimo il numero di vittime che, comunque, è ancora importante perché siamo a 700mila, almeno, ogni anno. Abbiamo oltre 37 milioni di persone che vivono con il virus e si concentrano nei Paesi più poveri”. Così il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, in occasione dei 40 anni dalla segnalazione, da parte dei CDC americani, dei primi casi documentati di HIV-AIDS. Questo virus circola ancora in Italia, si stima che diverse migliaia di persone siano inconsapevoli di averlo contratto. C’è la percezione che il problema sia risolto, controllato con i farmaci, ma una volta preso il virus ci rimane addosso. Sappiamo come si trasmette l’infezione eppure ci dimentichiamo di prendere precauzioni.