Atene, ti amo

Come ho fatto a non accorgermi subito di questo volumetto delizioso che accarezza le mie passioni più forti? E’ questa l’esclamazione, a voce alta, che ho lanciato a mia moglie l’altra sera dopo aver letto Atene, cannella e cemento armato. Percorsi e riflessioni con Markàris e gli altri di Patrizio Nissirio, giornalista di lungo corso, […]

Come ho fatto a non accorgermi subito di questo volumetto delizioso che accarezza le mie passioni più forti? E’ questa l’esclamazione, a voce alta, che ho lanciato a mia moglie l’altra sera dopo aver letto Atene, cannella e cemento armato. Percorsi e riflessioni con Markàris e gli altri di Patrizio Nissirio, giornalista di lungo corso, direttore di Ansamed. Un giornalista innamorato del mondo e delle sue declinazioni letterarie. Non credo vi interessi sapere come ha reagito mia moglie all’esclamazione. Però posso dirvi che si è levata le scarpe e ha cominciato a leggere il libro, allungata sul divano. Ed essendo ella donna curiosa come una scimmia, credo che Atene, cannella e cemento armato piacerà anche a lei.

Queste pagine (e complimenti all’editore romano Giulio Perrone per la bella copertina di Sabrina Gabrielli) sono uscite nell’estate del 2017. Hanno avuto, a una rapida ricerca, un certo successo e è davvero un peccato raccontarvele in ritardo. Ma, scacciamo i rimpianti e mettiamoci all’opera per mettere a fuoco le caratteristiche del libro.

Nella sua semplicità, l’Autore pratica un genere che da tempo segnalo ad amici e lettori, pur senza sapere se tale può esser definito: la letteratura cittadina. Quando la realtà urbana, insomma, diventa la vera protagonista dei romanzi. E Nissirio lo fa con un appassionante puzzle di esempi tratti da scrittori famosissimi come Petros Màrkaris e da letterati da noi ingiustamente ignorati o, quantomeno, trascurati. Penso solo al grande poeta Odysseas Elytis, all’entusiasmante Christos Ikonomou (Qualcosa capiterà, vedrai va letto senza se e senza ma) a Kostas Tachtsis; da Menis Kumandareas a molti altri. In ogni loro opera si respira l’aria (inquinata e speziata al tempo stesso) di Atene. Nei loro libri si raccolgono le vicende tragiche ed entusiasmanti di una città che io sento profondamente mia. A un patto, avverte con sapienza l’Autore: che siate viaggiatori. Non turisti.

Un racconto costruito con tante storie e impreziosito da una specie di filoxenia, vale a dire “la leggendaria ospitalità greca”. Discorso a parte merita lo stile di Nissirio: semplice ed essenziale, senza quegli irritanti barocchismi oggi tanto di moda (avvertenza: ne riparleremo con foga polemica tra non molto).

Viaggiamo, dunque, in questa città di cinque milioni di abitanti che – e non sembri un paradosso – resta un paese dove tutti, bene o male, ci si conosce. Dove scopri che il quartiere Metz “prende il suo nome da una birreria di Karolos Fix che diede il nome ispirandosi alla città del nord-est della Francia, dove nel 1870 si svolse una celebre battaglia della guerra franco-prussiana cui presero parte anche volontari greci”. Oppure che il quartiere di Charitos (il commissario di Màrkaris di cui vi ho più volte descritto le gesta) è chiamato Vironas, nome greco di Byron, altro immortale della letteratura che mori nel 1824 per la “Grande Idea”, vale a dire il Risorgimento ellenico (qui c’è l’unica inesattezza dell’Autore: Byron non era omosessuale).

Oppure impari il nome del patriarca del poliziesco greco: Giannis Tsirimokos che firmerà le sue opere Giannis Marìs (una è stata ristampata recentemente: ne scriverò). E tanto, tantissimo ancora. Non vi resta che correre in libreria. Non rimarrete delusi. Poi, magari, ci starebbe bene una cena in un ristorante greco e, se siete ancora a tempo, una vacanza ad Atene.

Occhio: da viaggiatori. Non da turisti. Se no che avete letto a fare Nissirio?

Patrizio Nassirio, Atene, cannella e cemento armato. Percorsi e riflessioni con Màrkaris e agli altri, Giulio Perrone editore, euro 12, pp.139