Regole

DICEVA un signore che una volta faceva politica (forse non lo ricordate: si chiamava D’Alema, Massimo D’Alema) che, negli Stati Uniti, quando tentavi di spiegare le primarie italiane il minimo che ti poteva capitare era una fragorosa risata in faccia. L’ultima trovata del Nazareno non è malaccio. Impossibile la ricandidatura per chi è già stato […]

DICEVA un signore che una volta faceva politica (forse non lo ricordate: si chiamava D’Alema, Massimo D’Alema) che, negli Stati Uniti, quando tentavi di spiegare le primarie italiane il minimo che ti poteva capitare era una fragorosa risata in faccia. L’ultima trovata del Nazareno non è malaccio. Impossibile la ricandidatura per chi è già stato sindaco per due mandati. Sospetti legittimi, diciamo, fanno capolino nelle nostre testoline. Vuoi vedere che è stato cambiato tutto per ostacolare il ritorno di qualche vecchio dinosauro (il quale peraltro se ne frega)? Di più: vuoi vedere che, ancora una volta, le regole si piegano alle convenienze del momento? Eh sì, perché sarebbe troppo comodo dire che è solo colpa dell’‘era renziana’. In passato votavano solo gli iscritti. Poi gli iscritti ai partiti e i simpatizzanti. Poi gli iscritti, i simpatizzanti e chi passava vicino ai gazebo. Poi chi cavolo gli pareva. Col risultato che, pian pianino, anche i più arditi commentatori hanno perso il filo di questa supercazzola. Magari la perderanno anche gli elettori romani. Rutelli ha fatto due mandati. E Rutelli, chissà, forse era carta spendibile dopo il capolavoro del professor Ignazio Marino. Applausi.

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