Il ritorno dei Genesis 13 anni dopo. Senza Gabriel e Hackett

L’hanno fatto. Per davvero. Dopo 13 anni di silenzio i Genesis si riuniscono per suonare dal vivo in quello che è stato ribattezzato  ‘The last domino tour? 2020’. Dieci date, per ora, limitate a Regno Unito e Irlanda. Si parte il 16 novembre   da Dublino, si chiude l’11 dicembre a Glasgow. Biglietti in vendita da […]

L’hanno fatto. Per davvero. Dopo 13 anni di silenzio i Genesis si riuniscono per suonare dal vivo in quello che è stato ribattezzato  ‘The last domino tour? 2020’. Dieci date, per ora, limitate a Regno Unito e Irlanda. Si parte il 16 novembre   da Dublino, si chiude l’11 dicembre a Glasgow. Biglietti in vendita da venerdì 6 marzo, a prezzi folli, c’è da immaginarsi, al momento non sono previste altre date, potrebbero aggiungersi, ma c’è da dire che parliamo di musicisti 70 anni, uno dei quali Collins, con notevoli problemi di salute, quindi è d’obbligo navigare a vista. Appunto, chi salirà sul palco?  Si ripartirà dall’atto finale del 2007: con Tony Banks, Phil Collins e Mike Rutherford, assistito da un fido compagno di avventura dal 1977, Daryl Stuermer alla chitarra, e alla batteria da Nic Collins.  Collins… sì, proprio uno dei tanti figlioli  di Phil: ha 18 anni, è un ottimo drummer e ha già partecipato all’ultimo tour del padre, e comunque Phil ha annunciato che “suonerà piccole parti di batteria”. Niente Peter Gabriel e Steve Hackett, gli altri due membri originari; vederli salire sul palco sarebbe stato epocale, un’apoteosi, la vera reunion di quei Genesis che dal 1971 al 1974 incantarono il mondo con album meravigliosi come ‘Nursery crime’, ‘Foxtrot’, ‘Selling England by the pound’ e ‘The lamb lies down on Broadway. Ma nessuno osava sperare tanto, e comunque non gliel’hanno nemmeno chiesto: “Sarebbe stato complicato avere tutti a bordo”, hanno liquidato la questione ieri i tre redivivi. Gabriel peraltro negli ultimi anni è sparito dalla circolazione (il suo ultimo album solista, ‘Up’, risale al 2002) mentre Steve Hackett è impegnatissimo nei suoi tour solisti, dove tra l’altro esalta il periodo prog dei Genesis. tanto che i fan lo chiamano ‘maestro’, e lo considerano un po’ come l’ultimo cavaliere del Sacro Graal. E proprio lui, l’escluso, su Facebook ha commentato così la notizia “Terrificante notizia per i fan dei Genesis. Mentre Phil, Mike e Tony privilegiano gli anni 80, io penso al periodo anni 70, riproponendo il tour di Seconds out…’

La notizia circolava sul web da un paio di giorni. La Bbc prometteva l’annuncio della “reunion di una grande band” e contemporaneamente  sul profilo Instagram dei Genesis appariva la scritta “And then there were three’, con i loro volti, la copertina dell’omonimo album del 1978. Più chiaro di così…

Collins si era ritirato dalle scene  nel 2011, a causa di un serio problema alle vertebre che gli impediva di suonare la batteria, si era ritirato nella sua villa di Miami, riconciliandosi con l’ex moglie Oriane, camminava appoggiandosi a un bastone, poi aveva dato alle stampe la sua autobiografia, ‘Non sono ancora morto’, titolo emblematico. Pareva pronto per una vecchiaia da passare in poltrona davanti alla tv . Invece negli ultimi due anni era tornato in tour, seppur limitandosi a cantare. E proprio il tour di Collins aveva stuzzicato l’interesse di Banks e Rutherford.  “Ci è sembrato naturale parlare di una reunion”. I tre si sono ritrovati a New York per delle prove, a gennaio, in gran segreto: “C’era chi chiedeva cosa stessimo facendo lì – ha dichiarato ridendo Tony Banks -. E io, ‘niente, siamo qui per un matrimonio'”. La scaletta è ancora top secret. L’ipotesi più probabile è che le reunion si concentri sul periodo 1975-1997, caratterizzato da album buoni-discreti fino al 1980, e più deboli  anche se di successo fino al 1997.  Ne varrà la pena? Sul web i fan si sono già divisi. Chi ama il periodo progressivo del gruppo, quello che va dal 1967 al 1974, ha già preso le distanze, anche se un po’ di curiosità fa capolino da sotto la cenere. Ma moltissimi appassionati da tutto il mondo si sono entusiasmati, perché la svolta pop dei Genesis, quella che va dal 1980 in poi, se da una parte ha deluso i fan della prima ora, dall’altra fece vendere al gruppo milioni di dischi, con concerti sold out anche in America. Resta una domanda alla quella non è facile rispondere: perché l’hanno fatto? Le prove soliste dei tre negli ultimi 13 anni si sono rivelate fragili e con vendite trascurabili, ma che lo facciano per soldi pare difficile: i tour di Collins sono comunque affollatissimi e le royalty dei vecchi album garantiscono a Banks e Rutherford una serena vecchiaia. Piace pensare che sia un modo romantico per salutare i fan, prima che il sole tramonti per davvero. Un po’ come gli ultimi bagliori cantati da loro nel 1976 in ‘Afterglow’ .