Zelensky rimuove il capo delle Forze armate Zaluzhny

Di Lorenzo Bianchi “Soltanto il cambiamento e il miglioramento continuo dei mezzi e dei metodi di guerra ci permetteranno di avere successo”, ha scritto su Telegram. Sono le prime parole del nuovo comandante delle Forze Armate Ucraine Oleg Syrsky insediato dal presidente Volodymyr Zelensky al posto di Valery Zaluzhny, un generale molto amato dai suoi […]

Di Lorenzo Bianchi

“Soltanto il cambiamento e il miglioramento continuo dei mezzi e dei metodi di guerra ci permetteranno di avere successo”, ha scritto su Telegram. Sono le prime parole del nuovo comandante delle Forze Armate Ucraine Oleg Syrsky insediato dal presidente Volodymyr Zelensky al posto di Valery Zaluzhny, un generale molto amato dai suoi soldati. Dagli uomini in prima linea arrivano ormai da tempo critiche aspre e malumori diffusi. “La base di tutto – è l’opinione di Oleksandr, un comandante di battaglione – è la mancanza di militari. Dove stiamo andando? Non lo so, non c’è una prospettiva positiva, assolutamente nulla. Finirà con un sacco di morti, un fallimento globale. In media le unità hanno solo 35% delle forze sulle quali dovrebbero poter contare a regime. Negli ultimi cinque mesi – sono arrivate solo cinque nuove reclute scarsamente addestrate”. Oleksandr e gli altri comandanti hanno dovuto affrontare il dilemma se mandarle subito sul campo di battaglia, dove i rinforzi sono così necessari, anche a rischio che vengano subito uccise o ferite a causa della loro impreparazione. “Dobbiamo essere sostituiti da qualcuno – ribadisce l’ufficiale – se qualcuno non le sostituisce, il morale della truppe scenderà ancora, si ammaleranno, verranno loro i geloni”. Oleksandr fa riferimento al fatto che con le condizioni proibitive invernali, le unità di fanteria dovrebbero ruotare ogni tre giorni. Per la mancanza di personale i periodi al fronte si allungano, arrivano fino a 5, anche a 10 giorni, spiega Serhiy, un altro comandante, e così cresce la stanchezza fisica e mentale dei militari creando di conseguenza  maggiori possibilità per la Russia di spezzare il fronte. Syrsky, già comandante dell’eserciti, arriva al vertice delle forze armate in questo clima. Nella primavera del 2022 ha condotto in maniera brillante le operazioni per la liberazione di Kiev e di Karkhiv assediate dai russi. Il nuovo comandante è in piena sintonia con il presidente, ma i sottoposti gli rimproverano di non curarsi abbastanza delle perdite di uomini sul campo di battaglia. “Il 2024 – ha detto Zelensky – ci darà il successo solo se ci saranno cambiamenti incisivi”. Insomma, vittoria in tempi brevi. Zaluzhny invece era convinto che fosse necessaria una riforma drastica delle Forze armate, che occorressero più tecnologia, una capacità industriale autonoma e un addestramento migliore. In altre parole, tempi lunghi. Per queste ragioni aveva chiesto una mobilitazione di mezzo milione di coscritti. Il punto di partenza per tutti è il fallimento sostanziale della controffensiva che avrebbe dovuto riconquistare Mariupol e spingersi fino alla Crimea e che invece si è di fatto arenata sui bastioni russi della “Linea Surovikin”. Zelensky attribuisce ogni responsabilità a Zaluzhny. Nell’autunno del 2022 il numero uno delle Forze armate era contrario alla resistenza a ogni costo a Bakhmut e si scontrò proprio con Syrsky che nell’occasione fu spalleggiato da Zelensky. Un contrasto simile si è verificato sull’assedio russo a Avdiivka. Pesa la carenza di artiglieria.

Lo stop agli aiuti americani per 60 miliardi di dollari imposto dai Repubblicani sembra in via di superamento. Il Senato degli Usa ha approvato una misura procedurale che consente di portarli al voto dell’aula assieme ai 14,1 miliardi destinati a Israele e ai 10 per aiuti umanitari nei conflitti. Donald Trump ha fatto capire che potrebbe arrivare a una rapida soluzione del conflitto grazie ai suoi buoni rapporti con il presidente russo Vladimir Putin.

Quindici persone sono morte in una panetteria di Lisichansk nella regione di Lugansk occupata dai russi nell’Ucraina orientale fin dall’inizio dell’invasione. L’avrebbe colpita e distrutta un missile Himars fornito a Kiev dagli Stati Uniti. Il 3 febbraio a Mosca una ventina di giornalisti di testate russe e straniere è stata fermata e rilasciata dopo qualche ora. Gli uomini dei mass media avevano cercato di raccontare una piccola manifestazione di mogli di soldati mobilitati per il conflitto in Ucraina che chiedono il ritorno a casa dei mariti. Da settimane un gruppetto di mogli dei soldati si ritrova vicino al Cremlino e depone fiori sulla tomba del Milite Ignoto. Finora il potere ha lasciato fare, visto anche lo scarso numero di partecipanti. In marzo sono in calendario le elezioni presidenziali nelle quali Vladimir Putin sarà in lizza per un quinto mandato. In occasione del 500esimo giorno dalla mobilitazione militare parziale decretata dal presidente nel settembre del 2022, alcuni personaggi dell’opposizione, compresi membri dello staff di Alexei Navalny, avevano fatto appello perché la popolazione sostenesse le iniziative delle mogli dei soldati. Secondo un giornalista della Afp che era tra i fermati, al raduno hanno partecipato una quarantina di donne. Ma gli agenti sono intervenuti soprattutto contro i reporter. Secondo Ovd-info, una Organizzazione non governativa che registra le attività dell’opposizione e fornisce assistenza legale, davanti alla tomba del Milite Ignoto sono state fermate in tutto 27 persone, fra le quali 20 giornalisti (rilasciati dopo alcune ore), tutti uomini. Successivamente altre 7 persone sono state prese in custodia sulla vicina Via Ilyinka, dove si erano spostate per continuare a protestare davanti alla sede del comitato elettorale di Putin.

In Ucraina diverse donne si stanno mobilitando per ottenere il diritto di essere fecondate con gli spermatozoi congelati dei loro compagni morti al fronte, o che abbiano riportato ferite tali da compromettere le loro capacità riproduttive. Secondo il quotidiano spagnolo “El Mundo”, il Parlamento di Kiev ha avviato questa settimana le procedure per modificare una legge che attualmente impedisce questa pratica. Le promotrici dell’iniziativa sottolineano che la loro proposta aiuterebbe l’Ucraina ad affrontare una drammatica crisi demografica – cominciata ben prima l’inizio della guerra – che ha visto la popolazione precipitare dagli oltre 50 milioni al momento dell’indipendenza nel 1991 ai meno di 30 milioni di oggi. Gli ucraini continuano i loro attacchi contro infrastrutture energetiche russe. Il 2 febbraio con i droni hanno colpito e incendiato una raffineria della Lukoil a Volgograd (la ex Stalingrado).

Il vertice straordinario dei leader europei per convincere Viktor Orban a sbloccare l’impasse sugli aiuti all’Ucraina che valgono 50 miliardi non si è trasformato nella temuta resa dei conti con Budapest, come si paventava alla vigilia. L’ok è stato istantaneo, con buona pace di chi evocava persino il ricorso all’articolo 7 per togliere il voto all’Ungheria. Quando Orban si è reso conto che i 26 erano davvero compatti ha cercato un’exit strategy. Il punto di caduta è che il programma di finanziamenti all’Ucraina – 33 miliardi in prestiti agevolati e 17 in sussidi da ora al 2027 – sarà soggetto a un “dibattito annuale” e “se necessario fra due anni il Consiglio Europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione”. Nessun voto dunque (e nessun veto). Non solo. Per chiedere l’intervento dell’esecutivo europeo servirà comunque l’unanimità. All’Ungheria è stata concessa un’altra cosa: il richiamo, per iscritto, alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre del 2020 sul meccanismo di condizionalità. Su un punto in particolare: l’applicazione “proporzionata” dello strumento sulla base del grado di violazione del rule of law da parte di un Paese membro . Per Orban, potrebbe essere l’anticamera di una nuova tranche di fondi europei.

Boris Nadezhdin (il cognome significa speranza), 60 anni, ex parlamentare e candidato di “Iniziativa civica”, un piccolo partito creato da un ex ministro dell’economia che non ha deputati alla Duma (la Camera bassa), un liberale che auspica la fine della guerra in Ucraina, è stato escluso dalla competizione per la presidenza della Federazione russa. Il quinto mandato di Vladimir Putin dopo le elezioni in calendario per il 15 – 17 marzo è ormai scontato.  Oltre il 5 per cento delle oltre 100 mila firme raccolte con lunghe file nel gelo e sotto la neve dell’inverno russo è stato invalidato. Nadezhdin ricorrerà alla Corte Suprema della Federazione e in caso di insuccesso anche alla Corte costituzionale. Lo appoggiavano dall’estero i collaboratori di Aleksej Navalny e di Mikhail Kodorkovskij.

Sul potere moscovita si è abbattuta anche una lacerante rimostranza. Sette ex detenuti russi reclutati e inviati al fronte hanno scritto a Vladimir Putin una lettera di protesta denunciando di non aver ricevuto interamente i salari promessi, i risarcimenti per le ferite riportate in combattimento. Non solo. Le loro condanne non sono state cancellate, come era stato promesso. Il contenuto della lettera è stato pubblicato dal sito “iStories”. Gli ex detenuti non sono riusciti neanche a ottenere un documento che certifichi il loro status di veterani. Roman Polyakov, 42 anni, reduce dai fronti di Severodonetsk e di Zaporizhzhia la scorsa estate ha detto ai giornalisti di aver riportato ferite multiple e di non riuscire a trovare un lavoro per via della sua fedina penale. Quando era stato reclutato gli erano stati promessi una piena copertura previdenziale pari a quella dei suoi commilitoni e la cancellazione delle condanne. Non ha neppure ricevuto una copia del suo contratto che, si è capito in seguito, non era con il ministero della Difesa russ, ma con la repubblica popolare di Donetsk. Polyakov aggiunge di aver incassato solo la metà di quello che gli era stato promesso e per tre soli giorni di combattimento a fronte dei tre mesi passati in Ucraina.

Un’orgia di fuoco russo si è abbattuta su Kharkiv la mattina del 23 gennaio uccidendo 15 persone nell’area del capoluogo, tre nella regione di Kherson e uno in quella di Dnipro. A Kharkiv è morta una bimba di 9 anni che era in casa con la mamma. Il giorno dopo Mosca ha attribuito al fuoco ucraino l’abbattimento nella regione di Belgorod di un velivolo Ilyushin 76 a bordo del quale c’erano 65 prigionieri di guerra di Kiev che avrebbero dovuto essere scambiati con altrettanti militari russi catturati dagli ucraini. Con loro hanno perso la vita i 6 componenti dell’equipaggio e tre accompagnatori. I mass media ucraini in u primo momento hanno riferito, citando lo Stato maggiore, che le forze armate avevano effettivamente abbattuto l’aereo perché trasportava missili destinati ad essere impiegati nei bombardamenti russi. Poco dopo hanno cominciato a modificare le notizie, omettendo la parte riguardante la responsabilità dell’esercito di Kiev. In serata, l’intelligence militare ha ammesso che uno scambio di prigionieri previsto in giornata era stato annullato, ma ha aggiunto di non avere ”informazioni affidabili e complete” sui passeggeri che si trovavano a bordo dell’Ilyushin, in sostanza, di non sapere se vi fossero effettivamente i prigionieri ucraini. E sempre l’intelligence di Kiev ha sostenuto che l’Ucraina “non era informata” del fatto che lo spazio aereo nell’area interessata dovesse essere messo in sicurezza, e quindi che bisognasse astenersi dal compiere attacchi.

Secondo il ministero della Difesa russo l’Ilyushin-76, un aereo da trasporto quadrimotore, era decollato dalla base di Chkalovsky, a nord-est di Mosca, ed era diretto a Belgorod, quando è stato abbattuto da due missili ucraini Patriot nell’area di Liptsy. In un video circolato sui canali Telegram si vede un velivolo precipitare quasi verticalmente per poi schiantarsi ed esplodere al suolo. Secondo un testimone citato dall’agenzia di stampa russa “Tass”, l’impatto è avvenuto in un campo a cinque o sei chilometri dal villaggio di Yablonovo, 45 chilometri in linea d’aria dal confine. Altri testimoni sentitii dal canale Telegram VChK-OGPU hanno riferito di aver sentito due potenti esplosioni in aria prima che l’aereo precipitasse. Un altro canale, il “112”, ha scritto che l’accesso all’area dello schianto è stata isolata dall’esercito e che i rottami dell’aereo sono sparsi anche a distanza di chilometri gli uni dagli altri. Secondo le autorità di Mosca, l’aereo è precipitato intorno alle 11 ora locale (le 9 ora italiana). Per il ministero della Difesa russo uno scambio di prigionieri era in programma nel pomeriggio a Kolotilovka, lungo il confine. Andrei Kartapolov, capo della commissione Difesa della Duma, la camera Bassa del Parlamento russo, ha precisato che era in programma uno scambio di 192 prigionieri per parte. Secondo il deputato, l’Ilyushin era seguito da un altro aereo con a bordo circa altri 80 prigionieri ucraini, che dopo l’abbattimento del primo velivolo, ha invertito la rotta ed è tornato indietro. La direttrice del canale televisivo Russia Today, Margarita Simonyan, ha pubblicato sul suo canale Telegram la fotografia di una lista di quelli che afferma essere i 65 ucraini che si trovavano sull’aereo caduto, ciascuno con a fianco la data di nascita.Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto un’indagine internazionale sull’abbattimento del velivolo. Il Servizio segreto di Kiev sostiene che sono state recuperate solo 5 salme.

“La Russia non ha confini”. La frase di Vladimir Putin nella conferenza stampa del Capodanno 2024 ora preoccupa i Paesi baltici. Parlando con una delegazione di sindaci ha fatto risalire l’invasione dell’Ucraina alle porte aperte della Nato alla Georgia e a Kiev. Non solo. E’ cominciata nel 2008 “una serie di decisioni – ha aggiunto – che hanno portato a ciò che sta accadendo ora in Lettonia e in altre repubbliche baltiche. Quando i russi vengono cacciati via. Cose molto serie che influiscono direttamente sulla sicurezza del nostro Paese”. Il presidente russo si riferiva alla minaccia di Riga di espellere 1200 russi che non hanno completato entro il 30 novembre la procedura richiesta per ottenere il permesso di soggiorno permanente.

Anche l’Estonia è in allerta. La premier Kaja Kallas ha detto di ritenere probabile un attacco russo all’Europa entro i prossimi tre o cinque anni. L’informazione viene dagli 007 polacchi e tedeschi. Il ministro degli esteri estone Margus Tsahkna ha detto che se l’Occidente consente a Mosca di vincere la guerra in Ucraina “assisteremo molto probabilmente alla fine dell’ordine internazionale basato sulle regole ed entreremo in un’era nella quale sarà il più forte a dominare”. Putin è in pole position. Il suo ministro degli esteri Serghei Lavrov in arrivo a New York per partecipare ai lavori dell’Onu ha sparato a zero sull’Occidente. “Oggi – ha detto all’agenzia Ria Novosti – è assolutamente chiaro alla stragrande maggioranza degli esperti imparziali che il fattore chiave che ostacola la ricerca di modi per risolvere pacificamente la crisi ucraina è il continuo sostegno dell’Occidente al regime di Kiev”.

“La Federazione Russa ha colpito per la prima volta il territorio dell’Ucraina con missili ricevuti dalla Corea del Nord”, denuncia Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La dichiarazione si riferisce alle rivelazioni di John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense. Secondo l’alto funzionario dell’amministrazione di Joe Biden, Mosca ha usato missili nordcoreani in almeno due occasioni: il 30 dicembre sono atterrati in aree disabitate della Prefettura di Zaporizhzhia e il 2 gennaio in un raid notturno che è stato fatale a 5 civili. Secondo gli 007 della Corea del sud Kim Jong – un, il dittatore della Corea del nord, ha fornito più di un milione di testate esplosive alla Russia.

La Russia ha più che raddoppiato la produzione di missili balistici e da crociera, portandola a circa 100 al mese. E ha cominciato a produrre la propria versione di droni Shahed (martire ndr.) iraniani.  Gli ucraini sono tornati a prendere di mira la regione russa di Belgorod, costringendo le autorità a ordinare l’evacuazione della popolazione. “Tutti coloro che vogliono andare in zone sicure al riparo dagli attacchi verranno aiutati. Siamo pronti a trasportarvi a Stary Oskol e Gubkin (località più lontane dal confine), dove vi troverete in condizioni confortevoli, in stanze calde e sicure»”, ha annunciato il governatore Vyacheslav Gladkov, rivolgendosi gli oltre 300.000 abitanti della sua città. Nelle ultime 24 ore la contraerea russa ha abbattuto dieci droni, ma l’attacco, al quale ha partecipato anche l’artiglieria di Kiev, ha colpito diversi edifici provocando almeno 2 feriti. Nell’area, riferiscono i media ucraini citando fonti di intelligence, sono anche entrati in azione i partigiani russi anti-Putin. I combattenti “hanno minato l’unica strada nella zona e attaccato un plotone di soldati”.Il massiccio utilizzo dei droni ha spinto Kiev ad aumentarne la produzione. Zelensky punta ad arrivare a quota un milione entro l’anno. Per questo Kiev ha sottoscritto un accordo con la Lituania. Dalla Germania sono arrivati i missili terra – aria Patriot, contraerea mobile e carri armati che entreranno in azione nei prossimi giorni.

Nella notte del 28 dicembre  è scattato l’attacco russo più massiccio da quando, ormai 22 mesi fa, e cominciata la guerra. Centocinquantotto missili e droni hanno colpito le città ucraine uccidendo 40 persone e ferendone 160. Nella sola capitale le vittime sono 16.  Mosca sostiene di aver colpito “obiettivi militari”. Le vittime sono state 9 a Zaporizhzhia, 6 a Dnipro, 5 a Odessa, 3 a Kharkiv e 1 a Leopoli. Circa 11 persone sono ancora in cura nelle strutture mediche di Odessa, tra le quali due bambini, uno di sei e uno di otto anni. Un missile ha attraversato per tre minuti lo spazio aereo della Polonia. Il presidente russo ha autorizzato l’uso di ordigni hi tech che valevano un miliardo di dollari. Fra questi i missili ipersonici e i “droni neri” in fibra di carbonio. Vladimir Putin vuole arrivare alle elezioni politiche in calendario per il prossimo 15 marzo come il vincitore dell’ultima “guerra patriottica” e il leader che ha esteso la Russia fino al confine sacro del Dniepr (per gli ucraini il Dnipro).

La controffensiva ucraina si è fermata. Anzi negli ultimi giorni Mosca ha riconquistato la martoriata Bakhmut, Soledar e Marinka, completamente rasa al suolo. Ora nel mirino dei russi c’è Avdiivka. I militari ucraini hanno chiesto di mobilitare mezzo milione di uomini per rimpiazzare i caduti e per dare il cambio a chi sta combattendo dall’inizio dell’invasione russa (nella foto due artiglieri ucraini). ”Ci servono armi, munizioni e persone” ha sintetizzato il capo delle Forze Armate Valerij Zalužnyj. Il presidente Volodymyr Zelensky sembra spiazzato. “Voglio spiegazioni – dice – sui motivi per i quali servono rinforzi così massicci”. L’Unione Europea, che aveva promesso un milione di pezzi di artiglieria da 155 millimetri entro il mese di marzo del 2024 potrebbe non rispettare l’impegno, come è già accaduto nei primi nove mesi del 2023 per il milione di colpi che avrebbe dovuto fornire a Kiev. Il 26 dicembre il governo ucraino ha presentato al Parlamento una proposta di legge che abbassa l’età della leva da 27 a 25 anni. La chiamata alle armi arriverà per email oppure attraverso il datore di lavoro. Non saranno esentati neppure i disabili. I lavoratori emigrati all’estero dovranno andare nei consolati e registrarsi per il servizio militare. A chi si sottrarrà all’obbligo verrà ritirato il passaporto. Il costo della guerra in vite umane perdute è alto. Il Pentagono stima che i caduti e i feriti siano almeno 120 mila, un decimo degli effettivi. I reclutatori hanno cominciato a rastrellare civili nelle strade. Anche chi aveva problemi medici non ha potuto opporsi. Si sono moltiplicati i casi di corruzione e Zelensky è stato costretto a rimuover tutti i responsabili degli arruolamenti. In marzo incontrando il presidente cinese Xi Jinping Vladimir Putin ha detto che il Paese si prepara combattere per i prossimi cinque anni.

Il mese di dicembre del 2023 sul campo è stato il più difficile dell’anno per le Forze Armate di Kiev. L’esercito di Mosca sta cercando di avanzare su sette fronti tra la regione di Donetsk e quella di Lugansk. Nel briefing quotidiano dello stato maggiore di Kiev le forze ucraine hanno riferito di aver “respinto pesanti attacchi nella regione di Kharkiv, in direzione di Kupyansk, a Lyman, a Serebryansk”. I bombardamenti russi sulla regione meridionale di Zaporizhzhia hanno provocato la morte di altre tre persone. Due erano pescatori di Bilenke, un villaggio sulle rive del Dnepr. Secondo Sergey Chemezovha, amministratore delegato della holding Rostec, Mosca avrebbe aumentato la fabbricazione di carri armati di sette volte in due anni. La produzione di veicoli blindati invece, secondo l’ad di Rostec, sarebbe cresciuta di oltre cinque volte, mentre quella di munizioni, dalle armi leggere ai proiettili d’artiglieria, di ben 50 volte.

Mentre Vladimir Putin destinava un terzo dei fondi pubblici della Federazione russa alla guerra in Ucraina, il Congresso statunitense ha cancellato dalla legge di spesa provvisoria 6,2 miliardi di dollari di aiuti a Kiev. La misura consente alle casse delle agenzie federali di continuare a ricevere fondi almeno fino a metà novembre. Il Pentagono aveva appena lanciato un appello nel quale sosteneva che i quattrini per le armi destinate all’Ucraina sono agli sgoccioli.  Lloyd Austin, Il ministro della difesa americano, si è detto convinto che il sostegno all’Ucraina continuerà, ma con altri provvedimenti. Putin avanza a grandi falcate nella direzione opposta. Celebrando l’anniversario dell’annessione delle quattro province di Kiev parzialmente occupate dai suoi soldati ha annunciato che nella legge finanziaria del 2024 un terzo della spesa pubblica, circa 100 miliardi di dollari, sarà destinato alla guerra. La percentuale sul Pil sarà elevata al 6 per cento, un aumento del 70 per cento. Il presidente russo ha evocato di nuovo la minaccia atomica. Ha detto che i lavoratori del settore nucleare “stanno introducendo tecnologie d’avanguardia nei settori dell’energia e dello spazio e nella creazione di armi avanzate capaci di mantenere l’equilibrio strategico nel mondo”. Un documento del ministero delle Finanze russo afferma che la spesa per la difesa è destinata ad aumentare di oltre il 68% su base annua fino a quasi 10,8 trilioni di rubli (111,15 miliardi di dollari), pari al 6% del Pil. Secondo i dati calcolati dall’agenzia di stampa “Afp” sarà il triplo della spesa complessiva per istruzione, protezione ambientale e sanità. “Meduza“, un sito di dissidenti russi riparati in Lettonia, cita il “New York Times”. Il quotidiano statunitense ha scoperto sulla piattaforma “Planet Labs” immagini satellitari del 20 settembre compatibili con test di un missile intercontinentale Burevestnik a propulsione atomica nell’arcipelago di Novaya Zemlya .

Venerdì 22 settembre due missili lanciati dall’Ucraina hanno centrato il quartier generale della flotta russa a Sebastopoli in Crimea. Fonti di Kiev affermano che nell’operazione “Trappola del granchio” sono morti 34 ufficiali e che i feriti sono 105. Ma la vittima più illustre secondo Kiev,  il comandante della Marina di Mosca Viktor Sokolov, sarebbe ancora in vita. Il ministero della Difesa russo ha diffuso un filmato  che lo ritrae in video conferenza  con il titolare del dicastero Sergej Shojgu e con altri ammiragli e capi dell’esercito. Il network televisivo “Cnn” però affaccia qualche dubbio. Osserva che Mosca ha pubblicato immagini di un uomo che assomiglia a Sokolov e che indossa una uniforme sulla quale si vede il nome dell’alto ufficiale in cirillico, ma aggiunge che non ha potuto ottenere una conferma indipendente della notizia e neppure dettagli su quando e dove sia avvenuta la riunione. Mosca minimizza. Ammette solo che ha perso la vita un ufficiale. Kyrilo Budanov, capo dei servizi segreti del Ministero della Difesa ucraino, ha sostenuto che 2 dei 34 feriti sono i generali russi Aleksander Romanchuck, numero uno delle forze di Mosca nella regione di Zhaporizhzhia, e Oleg Tsekov, comandante di una unità navale della Flotta del nord. Entrambi sarebbero gravi. I due missili potrebbero essere Storm Shadow britannici, vettori la cui gittata è di 250 chilometri, ma Budanov sul punto tace per non irritare gli alleati occidentali. La vendetta russa è stato un bombardamento di Odessa. Due persone sono morte. Le strutture del porto, un albergo abbandonato sul lungomare e un silos che conteneva 1000 tonnellate di grano sono stati gravemente danneggiati .

Il 14 settembre 2023 nel cosmodromo di Vestochny il faccia a faccia  fra Vladimir Putin e il padre padrone della Corea del nord Kim Jong-un  è durato cinque ore. Sugli eventuali accordi raggiunti non è emerso nulla di dettagliato e di concreto. Sullo sfondo Kim ha voluto ricordare le sue capacità balistiche ordinando il lancio di due missili a corto raggio che sono partiti da ‘area vicina a Pyongyang e che si sono inabissati al largo della costa orientale del Paese. La televisione russa “Rossiya-1” ha chiesto se la collaborazione “in tutti i campi” evocata dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov valga anche per le forniture militari. “La Russia è un Paese autosufficiente – ha risposto Putin – ma ci sono opportunità a cui prestiamo attenzione e che discutiamo”. Non a caso un membro della delegazione nordcoreana era Jo Chun Ryong, direttore del Dipartimento per l’industria delle munizioni. Diverse fonti occidentali hanno ipotizzato che Pyongyang fornisca a Mosca un’ingente quantità di proiettili di artiglieria. In cambio la Corea del Nord, che quest’anno ha fallito la messa in orbita di un satellite militare, avrebbe chiesto alla Russia assistenza per sviluppare questo programma. Putin ha dichiarato che “è il motivo per cui siamo qui”.  Al leader nordcoreano è stato consentito di entrare nell’edificio nel quale viene assemblato il nuovo razzo spaziale Angara.

La controffensiva di Kiev nel sud occupato dai russi è faticosa. Al punto che il presidente statunitense Joe Biden ha deciso di assisterla fornendo all’Ucraina munizioni anticarro a uranio impoverito letali per chi le subisce, ma anche per chi le usa se non ha protezioni speciali e sofisticate. L’ambasciata russa a Washington accusa gli americani di “disumanità”. La replica di John Kirby, a nome del Consiglio nazionale statunitense per la sicurezza, è che “molti eserciti le usano, inclusa la Russia. Non c’è nulla di controverso, è Mosca che ne vuole fare un caso”.  Contestando l’invio di queste munizioni da parte di Londra, le autorità russe hanno ricordato le polemiche e le vicende giudiziarie in Italia, Paese nel quale quattro commissioni parlamentari hanno indagato fin dal 2000 sugli effetti dei proiettili all’uranio impoverito sui militari italiani che hanno partecipato alla missione dell’Alleanza Atlantica nei Balcani.

Domenica 3 settembre nel suo solito intervento serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la sua decisione di sostituire il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov. Il suo incarico passerà a Rustem Umerov, presidente del Fondo nazionale del demanio, 41 anni, un tartaro nato in Crimea. Umerov, un uomo d’affari, fu uno dei fondatori della Crimean Tatars Fellowship e consigliere di Mustafa Dzhemilev, per molti anni leader dei tartari di Crimea . Umerov è stato deputato nel partito Holos dal 2019 al 2022. Reznikov era stato accusato per una fornitura di 223 mila divise invernali fabbricate in Turchia il cui prezzo iniziale a capo, 26 dollari, era lievitato a 86 quando sono state consegnate a Kiev. Zelensky è intervenuto mesi dopo le prime denunce dei mass media ucraini. Reznikov dovrebbe essere nominato ambasciatore nel Regno Unito. Era alla testa delle forze armate ucraine dal novembre 2021. Secondo la testata on line “Agentstvo” Umerov avrebbe subito un tentativo di avvelenamento nel marzo del 2022.

Il 30 agosto un commando aveva colpito l’aeroporto militare russo di Pskov, a seicento chilometri dal confine ucraino e ad appena 30 da quello dell’Estonia. Nello scalo sono di stanza truppe d’elite dei paracadutisti russi. Le fiamme hanno completamente avvolto due grandi aerei da trasporto Ilyushin Il – 76. Altri due sono stati danneggiati. Nello stesso giorno Kiev ha subito il bombardamento più intenso dalla primavera scorsa. Due persone hanno perso la vita e tre sono state ferite. Mosca starebbe valutando la possibilità di arruolare altre 450 mila persone dopo averne coscritte altre 350 mila solo nello scorso autunno. Una cifra imponente che il capo degli 007 di Kiev attribuisce alle pesanti perdite subite: gli ucraini rivendicano di aver ucciso quasi 260 mila soldati russi. Ella Libanova, demografa e direttrice dell’Accademia ucraina delle scienze, calcola che i militari del suo Paese caduti in guerra siano centomila.

La fine di Yevgeny Prigozhin, proprietario e capo dei feroci mercenari del “Gruppo Wagner”, continua ad agitare i vertici della Federazione russa. L’oligarca si era ribellato a Putin il 24 giugno e i suoi uomini si erano fermati a 200 chilometri da Mosca. Ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito una “menzogna assoluta” la tesi secondo la quale sarebbe stato Putin a ordinare la morte del suo ex fedele oligarca che lo deliziava servendolo “di persona” nei ristoranti della sua compagnia di catering, la “Concord”. Secondo la versione ufficiale  l’autocrate bielorusso Aljiaksandr Lukashenka avrebbe mediato l’accordo che il 24 giugno spense la ribellione del Gruppo Wagner, garantendo l’incolumità di Prigozhin. Ora però Lukashenko fa sapere che il capo della compagnia mercenaria non gli aveva mai chiesto una tale rassicurazione e che quindi non era tenuto a salvargli la vita, ma che aveva voluto ugualmente metterlo in guardia. Lo stesso avviso sarebbe arrivato anche a Dmitry Utkin, il comandante militare della compagnia, uno dei sette passeggeri che erano sull’aereo precipitato rovinosamente durante il volo da Mosca a San Pietroburgo.

L’aereo di Prigozhin è stato “abbattuto” vicino al villaggio di Kuzhenkino, mentre era in volo da Mosca a San Pietroburgo. Il velivolo è scomparso dai radar alle 18.20 ora locale (le 17.20 in Italia). Nella stessa giornata il generale Serghei Surovikin, al centro di mille voci di corridoio su un suo possibile arresto per il suo sostegno al fallito ammutinamento del Gruppo Wagner, è stato rimosso dal comando delle forze aerospaziali russe. Alla testa del Gruppo Wagner il 30 settembre Putin ha collocato  Andrei Troshev, soprannominato “Sedoj”, ossia “il grigio”, nato a San Pietroburgo nel 1953, un suo fedelissimo. Troshev ha combattuto nella Seconda guerra cecena, ricevendo per meriti militari due onorificenze dell’Ordine del coraggio e una medaglia dell’Ordine “Per il merito della Patria” di secondo grado. Successivamente ha prestato servizio nelle unità del Distretto militare di Leningrado. Dopo aver lasciato la riserva, ha continuato il suo lavoro presso le autorità del Ministero degli Affari Interni nelle unità speciali ОМОN e SОBR.

Il 19 agosto un missile ipersonico russo Iskander ha seminato morte nel centro di Chernihiv, nell’Ucraina nordorientale. Le vittime sono sette, fra loro una bimba di 6 anni, i feriti 129, 15 dei quali in tenera età. Passeggiavano in un sabato di sole sulla Piazza Rossa, in pieno centro. Purtroppo sulla stessa piazza si affaccia il teatro regionale accademico Taras Shevshenko all’interno del quale si stava tenendo un’esibizione di droni prodotti in Ucraina riservata a ingegneri, militari e volontari. Secondo Maria Berlinska, un’organizzatrice dell’evento “il luogo specifico era stato segnalato solo ai partecipanti verificati e registrati poche ore prima”. I media locali hanno pubblicato la notizia che erano stati invitati a non portare armi e ad indossare solo abiti civili. Gli 007 di Kiev stanno cercando di identificare una o più talpe. L’Onu ha condannato “l’atroce” raid lanciato sulla città “mentre la gente passeggiava e alcuni andavano in chiesa per celebrare una festività religiosa per molti ucraini” (la festa della Trasfigurazione ndr), e ha chiesto a Mosca di fermare gli attacchi sulle zone popolate del Paese.

Nella giornata di ferragosto da Kiev è filtrata la constatazione che i missili russi lanciati contro l’Ucraina all’alba del 15 agosto, in particolare i Kh – 101 prodotti in aprile, contengono 30 chip stranieri. Le stime di Kiev prevedono un costante aumento della produzione russa di missili a lungo raggio nel resto del 2023. Il motivo principale per cui ciò è possibile è la fornitura ininterrotta di microchip e di altri componenti ad alta tecnologia prodotti dai giganti dei semiconduttori negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Secondo un gruppo di esperti coordinati da Andrij Yermak, capo dell’ufficio del presidente Zelensky, dopo l’invasione dell’ Ucraina le esportazioni italiane verso la Turchia sono aumentate dell’87 per cento.

Tutti i 24 commissari militari regionali incaricati del reclutamento in Ucraina sono stati licenziati l’11 agosto. Secondo il presidente Volodymyr Zelensky consentivano di sfuggire all’obbligo della leva nelle unità dell’esercito. Sono accusati di “arricchimento illegale, ripulitura dei fondi ottenuti vilando la legge, profitti illeciti, trasporto illegale di coscritti attraverso la frontiera”. In Ucraina agli uomini di età compresa tra i 18 ei 60 anni è stato proibito di lasciare il Paese.

Un missile russo Iskander si è abbattuto alle 19 e 15 di lunedì 7 agosto su un condominio di Pokrovsk, nel Donbass. Trentasette minuti dopo un secondo Iskander lanciato dai militari di Mosca ha seminato morte fra le persone accorse sul posto per portare aiuto. E’ la stessa tattica adottata dai russi in Siria e dal sedicente Stato Islamico in Medio Oriente, soprattutto in Iraq. I morti sono 9, fra loro cinque civili, un soldato e un soccorritore, e i feriti 82. Altre tre persone sono state dichiarate morte il 9 agosto a Zhaporizhzhia.

Il 20 luglio, tre giorni dopo la scadenza dell’intesa sull’esportazione del grano di Kiev attraverso il Mar Nero, Mosca aveva colpito la città portuale di Odessa uccidendo un civile e danneggiando il consolato cinese. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto all’agenzia di stampa statale russa “RIA Novosti” che il porto di Odessa è stato bombardato come “rappresaglia per il ponte di Crimea”.

 Nella notte fra il 16 e il 17 luglio due droni ucraini per la seconda volta avevano danneggiato il ponte di Kerch, l’unico collegamento fra la Crimea e la terraferma russa. Le esplosioni sono state due in 15 minuti. Sono morti un uomo e una donna che stavano andando in vacanza, due turisti russi. ll ponte era stato colpito anche l’8 ottobre. Kiev ha rivendicato l’intervento. L’incursione sul ponte di Kerch aveva preceduto di poche ore la scadenza dell’accordo per l’esportazione del grano ucraino attraverso il Mar Nero. Il patto firmato da Russia, Ucraina, Turchia e Onu il 22 luglio del 2022, avrebbe dovuto essere rinnovato entro le 24, ora di Mosca, le 23 in Italia, del 17 luglio. “Sfortunatamente la parte di questi accordi relativa alla Russia non è stata ancora attuata, quindi la sua validità è terminata”, ha dichiarato il portavoce di Putin Dmitrij Peskov.

La controffensiva di Kiev continua con grandi difficoltà. Il presidente americano Joe Biden ha preso la sofferta decisione di consegnare all’Ucraina le terribili bombe a grappolo. L’iniziativa è stata presentata come una scelta limitata nel tempo e dovuta alla circostanza che si deve attendere che le fabbriche dei Paesi occidentali tornino a essere in grado di produrre nuovi stock di proiettili tradizionali. Il “dud rate” (percentuale di ordigni che non esplodono ndr.) sarà ridotto.

All’una di notte del sei luglio un missile russo Kalibr ha ucciso dieci persone a Leopoli. Dieci rifugi antiaerei erano chiusi. Il primo cittadino ha precisato che quello vicino alla palazzina d’epoca centrata dal Kalibr era aperto, ma che solo cinque persone dormivano nel sotterraneo sicuro. Le vittime identificate si chiamavano Anastasia, 32 anni, Myroslava, 60 anni, la madre di Anastasia, Mikhailo, 35 anni e Irina, 63 anni. Dalle macerie della pizzeria di Kramatorsk Ria Pizza colpita dai missili russi sono stati estratti undici corpi senza vita. Fra le vittime una giovane di 15 anni e due gemelle di 14 anni, Yulia e Anna.

Il 24 giugno quando i feroci mercenari del Gruppo Wagner erano arrivati a 200 chilometri da Mosca, Yevgeny Prigozhin li ha fermati ed è fuggito in Bielorussia. La fonte della notizia è il presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenka che ha raccontato di aver chiesto al presidente russo Vladimir Putin di non uccidere l’uomo che aveva osato sfidarlo. “Ho detto a Putin – ha riferito – possiamo ammazzarlo, non è un problema. O al primo tentativo o al secondo, ma gli ho consigliato di non farlo”.

La sera del 23 giugno Prigozhin aveva annunciato che avrebbe guidato “una marcia della giustizia”. Durante la notte gli uomini in armi del “Gruppo Wagner” hanno occupato la città di Rostov sul Don, vicina al confine con l’Ucraina. A mezzogiorno del 24 giugno, ora locale, elicotteri dell’aeronautica russa hanno attaccato il convoglio del “Gruppo Wagner” mentre passava per Voronezh. I miliziani hanno abbattuto un elicottero e un aereo da ricognizione Il-18. Tredici soldati russi sono morti.

Diversi mercenari del Gruppo Wagner sopravvissuti alla guerra in Ucraina tornano a casa e non perdono l’abitudine di uccidere. Il quotidiano britannico “The Guardian” racconta la storia di Georgiy Siukayev, un volontario del gruppo paramilitare condannato per omicidio e reclutato nello scorso autunno dopo che Putin lo aveva graziato. L’uomo è tornato nella natia Tskhinvali, in Ossezia del sud, e ha freddato Soslan Valiyev, 38 anni, affetto da una grave disabilità dello sviluppo. Il commilitone Ivan Rossomakhin, 28 anni, anche lui reduce dal fronte ucraino, avrebbe ucciso a colpi di ascia Yulia Buiskich, 85 anni, a Novyj Burets, un centro della Regione di Kirov 600 miglia a est di Mosca. Rossomakhin era stato condannato a dieci anni di reclusione per omicidio nel 2020. Secondo Yevgeny Prigozhin nel Gruppo Wagner avrebbe combattuto anche il figlio del portavoce di Putin Dmitry Peskov. “Meduza” lo identifica come Nikolai Choles. Choles è il cognome del nonno con il quale si faceva identificare nel Regno Unito prima di tornare in Russia nel 2012, dopo aver scontato un anno in carcere per furto.

Due miliziani del Gruppo Wagner hanno confessato all’organizzazione russa per i diritti umani “Gulagu.net” di aver ucciso venti bambini a Bakhmut e a Soledar. Una piccola di 5 anni è stata fulminata sparandole un proiettile alla testa. I paramilitari, reclutati nelle prigioni, sono Azamat Uldarov e Alexei Savichev. Le ammissioni di entrambi sono state registrate in un video. “Ho eseguito l’ordine con questa mano – racconta Uldarov – ho ucciso bambini. Una aveva solo cinque anni”. Nello stesso filmato la coppia riferisce di aver fatto saltare in aria una fossa nella quale erano stati ammucchiati più di una cinquantina di prigionieri feriti e di aver “ripulito” edifici residenziali eliminando tutti gli abitanti.

Parlando al forum economico di San Pietroburgo il presidente russo ha annunciato l’invio di armi atomiche alla Bielorussia: “In parte sono state già consegnate, il resto verrà trasferito entro la fine del 2023”. “Alcune – ha tenuto a precisare il presidente Aleksandr Lukashenka- sono tre volte più potenti delle atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki”.

Il 6 giugno il crollo della diga di Nova Kakhovka ha trasformato l’Ucraina nel più grande campo minato del mondo. I morti sarebbero 500. Un milione di persone rischia di non avere più acqua potabileQuasi 8000 civili sono stati evacuati da Nova Kakhovka, Alyoshki e Golaya Pristan.  Secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, il disastro sarebbe stato provocato da un’esplosione nella sala macchine della grande infrastruttura provocata da militari della 205ma Brigata motorizzata dell’esercito di Mosca.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di aver ucciso 500 bimbi dall’inizio del conflitto. Un condominio è stato sventrato da un razzo russo nella notte fra il 27 e il 28 aprile a Uman, nel centro dell’Ucraina, 23 vite spezzate, 6 piccini uccisi. Una donna e la sua figlia di due anni sono state fulminate a Dnipro.  Il 26 maggio, sempre a Dnipro un missile russo ha centrato un ospedale: due morti e 31 feriti.