Lunedì 6 Maggio 2024
GIORGIA DE CUPERTINIS
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Smart working e produttività: ecco come organizzare gli spazi per lavorare al meglio

Non tutti abbiamo le stesse caratteristiche. Introversi o estroversi, così l'ambiente fa la differenza

Smart working ideale per il 70% dei lavoratori

Smart working ideale per il 70% dei lavoratori

Smart working. Ovvero ‘lavoro agile’, cioè la possibilità di prestare la propria collaborazione da casa o da dove lo si ritenga più opportuno. Un fenomeno che, anche dopo l’impennata durante l’era Covid, continua ancora oggi a modificare – e secondi alcuni anche a migliorare - le dinamiche del mondo del lavoro.

Tanto che le ricerche su Google per “smart working" sono aumentate del +5.000% nell'ultimo anno, evidenziando così come la possibilità di lavorare da casa sia un vero e proprio vantaggio per la maggior parte degli italiani. Forse anche perché tra i principali benefici dello smart working per le aziende, come ha dimostrato ben più di un’indagine nel corso degli ultimi due anni, c’è prima di tutto un incremento della produttività: la possibilità di lavorare da remoto su determinati progetti e in specifiche giornate, stimola infatti la creatività e la produttività dei cosiddetti ‘smart workers’.

Tuttavia, non tutti i dipendenti hanno le stesse necessità o preferenze. L’ambiente in cui lavorare, infatti, incide molto sulla produttività del singolo, così come le sue caratteristiche caratteriali. Ad esempio, in quale ambiente prospererebbe un introverso rispetto a un estroverso? Per scoprirlo, Ebuyer ha collaborato con la consultant di Meyers-Briggs Shauna Skinner al fine di esaminare quale tipo di spazio di lavoro funzioni meglio a seconda delle diverse personalità e quali elementi, inoltre, dovrebbe includere un ufficio a casa o un ufficio tradizionale in modo che i lavoratori possano sentirsi a proprio agio.

Nel dettaglio, un estroverso, proprio perché tale, ama connettersi con le persone e motivarsi insieme a loro: per questo, un ufficio condiviso con i colleghi o un ufficio a casa con molti stimoli per rimanere attivi si rivela la soluzione maggiormente adatta. Uno standing desk è una prima ed ottima opzione: la scrivania dovrebbe essere grande e con un design astratto e colorato, pieno di soprammobili, mentre una combinazione di colori vivaci farà sentire gli estroversi a proprio agio. Luci moderne o anche effetti di luce creeranno l'atmosfera giusta: agli estroversi, infatti, piace un ambiente con musica allegra, come pop, rock o bossa nova. Così come tenere la tv accesa può essere una valida opzione e non di certo, per loro, motivo di distrazione o fastidio.

Servirà però uno scenario totalmente diverso per coloro che vengono definiti ‘introversi’. A iniziare da uno spazio più silenzioso, più personale e un design più minimalista: lo spazio della scrivania dovrà essere calmo e con distrazioni minime. Alcuni preferiscono uno spazio creativo e accogliente o uno spazio per oggetti personali, come libri o foto appese alle pareti. Non solo: gli introversi, come evidenzia la ricerca, apprezzano avere uno spazio personale separato per rilassarsi e distendersi. Riempirlo di piante è una buona opzione per dare alla stanza un aspetto zen, mentre per lo spazio separato potranno essere utilizzati elementi divisori nella stanza o dotarlo di una comoda poltrona per leggere, così da ricaricarsi durante le pause.

Le caratteristiche di un individuo, infatti, sono componenti molto incisive nell’approccio al lavoro. E, in un mondo in completa evoluzione, riguarderanno ora con grande probabilità anche l’ambiente in cui si opera. Da tempo la psicologia del lavoro e delle organizzazioni evidenzia, infatti, come e quanto il rendimento lavorativo non sia una variabile individuale ma piuttosto correlata a quello che è il clima e il funzionamento sistemico dei contesti. A giocare un ruolo fondamentale è quindi anche l’organizzazione e la disposizione degli spazi che, se ben studiata e pensata ad hoc, può certamente fare la differenza: l’insieme di questi fattori, andrà così a incidere sui lavoratori non solo dal punto di vista ergonomico, ma anche e soprattutto sulla produttività.