Giovedì 2 Maggio 2024

Risparmi, cosa fare? Obbligazioni e titoli di Stato, gli analisti: ecco dove investire

Il 2022 è stato l’anno peggiore per Piazza Affari dal 2018. Le società di gestione puntano sui bond. Le raccomandazioni: portafoglio bilanciato, il 2023 non partirà con il botto. Attese per i mercati emergenti

Roma, 31 dicembre 2022 - Analisti e gestori delle case d’investimento, quasi all’unanimità, sono concordi su un punto: dopo l’anno nero 2022 (per Wall Street il peggiore dal 2008 e per Piazza Affari il peggiore dal 2018), il 2023 sarà probabilmente l’anno della riscossa delle obbligazioni e dei titoli di stato, reduci da una fase di forte deprezzamento mai visto prima, causato dall’aumento dei tassi di interesse. E così molte società di gestione hanno evidenziato come le obbligazioni offrano oggi rendimenti superiori rispetto all’inizio dell’anno e siano dunque molto più attraenti di prima, soprattutto per chi vuole costruirsi un portafoglio bilanciato, composto per metà da azioni e per la restante metà da bond.

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"Le recenti impennate dei rendimenti dei titoli di stato in seguito all’aumento dei tassi hanno aperto opportunità importanti fra gli emittenti di maggiore qualità, che presentano valutazioni assolute e relative interessanti e sono meno vulnerabili al deterioramento del quadro macroeconomico", ha scritto Fabio Fois, head of Investment Research & Advisory della società di gestione Anima Sgr.

Il 2022 è stato pessimo per le borse mondiali (Ansa)
Il 2022 è stato pessimo per le borse mondiali (Ansa)

Dello stesso avviso è anche Maria Paola Toschi, global market strategist di J.P. Morgan Asset Management, che dice: "Attualmente, siamo più positivi sulle obbligazioni di quanto non lo fossimo da oltre un decennio a questa parte". Toschi precisa comunque che, nel segmento dei bond governativi, J. P. Morgan AM considera migliori le prospettive dei titoli di stato americani rispetto a quelle dei bond governativi europei. La Federal Reserve ha infatti alzato i tassi d’interesse più velocemente rispetto alla Banca Centrale Europea (Bce), riuscendo a frenare la fiammata dell’inflazione che ormai negli Stati Uniti sembra aver raggiunto il picco.

Lo scenario è invece diverso nel Vecchio Continente, dove l’inflazione sembra più difficile da domare a causa dei rincari delle materie prime causati dalla guerra in Ucraina. Dunque, la Bce pare intenzionata a effettuare altri ritocchi all’insù al costo del denaro proprio per frenare li carovita, con un’inevitabile conseguenza sui prezzi delle obbligazioni (quando i tassi aumentano, infatti, i bond e i titoli di stato tendono a svalutarsi). Anche in Europa le obbligazioni sono comunque considerate un elemento irrinunciabile per i portafogli, soprattutto per stabilizzarli e smorzare gli effetti degli alti e bassi delle borse.

Cosa fare invece con le azioni? I prezzi sul mercato sono considerati interessanti ma, per la prima metà dell’anno, le case d’investimento consigliano prudenza. Per quanto riguarda le azioni quotate sulle borse dei maggiori paesi sviluppati, dagli Stati Uniti al Giappone passando per l’Europa, Anima non prevede una partenza col turbo nel primo semestre 2023. "Il contesto di mercato resterà ancora volatile, soprattutto nella prima parte dell’anno. Le condizioni diventeranno più favorevoli nel secondo semestre", aggiunge Fois, sottolineando di aspettarsi un miglioramento dello scenario macroeconomico e un ammorbidimento della linea delle banche centrali. Di conseguenza, Anima raccomanda un portafoglio molto bilanciato, con una preferenza verso i settori più difensivi; una volta intravisto il punto di minimo di mercato, i gestori consigliano di acquistare i cosiddetti titoli ciclici, in particolare finanziari e gli industriali. Infine, Anima vede prospettive positive per i mercati Paesi emergenti grazie alla ripresa della Cina e dalle aspettative di indebolimento del dollaro.