Il traguardo di Kayser Italia: la conquista di Marte

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IL SENTIERO dell’esplorazione spaziale è lungo, lastricato di esperimenti e dubbi da sciogliere ma anche di successi che – un passo dopo l’altro – ci hanno condotto e ci condurranno sempre un po’ più lontano. Fino (intanto) a toccare il suolo marziano, in un futuro prossimo. Ciò potrà avvenire grazie anche all’impegno di aziende aerospaziali di eccellenza come la Kayser Italia, nata nel 1986 con sede tra le colline di Livorno."La nostra missione? La comprensione e l’esplorazione spaziale – spiega David Zolesi, presidente di Kayser – Lavorano con noi 74 persone con una buona presenza femminile. Ci dedichiamo alla progettazione e costruzione di apparati per satelliti o in grado di realizzare esperimenti di microgravità, come quelli recentemente lanciati per approdare sulla Stazione Spaziale Internazionale. Gli ultimi di una lunga serie: abbiamo infatti ormai raggiunto le 86 missioni con la realizzazione di oltre 100 tipologie di strumenti".

Gli esperimenti della Kayser Italia sono passati tra le mani sapienti di astronauti come Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti, ma non solo. Ciascun progetto è deputato alla ricerca e all’analisi in un determinato ambito, utile al completamento di un quadro scientifico e biologico più ampio. Gli ultimi tre esperimenti saliti a bordo della ISS – “Prometeo“, “Biofilm“ e “Suture in space“, lanciati a novembre – avevano come obiettivo il contrasto allo stress ossidativo che sta dietro a certe patologie neurodegenerative. Ma anche lo studio delle proprietà macrobiotiche di diverse tipologie di materiali, per capire come i batteri proliferino su superfici metalliche o in ambienti liquidi, in caso di gravità zero o molto bassa. Molto interessante “Suture in space“, costituito da pelle e nervi con una ferita inferta e una sutura. "Servirà a farci comprendere, in vista di viaggi verso i pianeti, Marte in primis, come avvenga la cicatrizzazione in assenza di gravità – spiega il presidente di Kayser Italia – Ma ci saranno anche ricadute applicative immediate: si potranno sviluppare tecniche e farmaci innovativi per una miglior cicatrizzazione di ferite su pazienti terrestri". La corsa all’esplorazione spaziale è nel pieno e l’Italia vuole farne parte, mettendo in campo le sue migliori forze.

"Vogliamo supportare l’industria italiana di settore, mantenendo livelli di qualità all’avanguardia: è la missione dell’azienda – conclude Zolesi – Si sta aprendo una nuova era di esperimenti, che vedrà nuovi attori commerciali entrare nel campo dell’esplorazione spaziale". La tecnologia di Kayser Italia è stata protagonista dell’esperimento “Osteogenic Cells“, volato anch’esso sulla Iss di recente: 24 bioreattori realizzati dal team dell’impresa livornese per investigare il comportamento in microgravità di specifiche linee cellulari (gli osteoblasti), in modo da comprendere gli effetti dell’ambiente spaziale sugli organismi viventi, prevenendo specifici problemi agli astronauti durante il loro soggiorno in microgravità. Il team di Kayser Italia è composto da ingegneri specializzati in elettronica, meccanica, termodinamica, fisica, informatica, ottica e biologia molecolare. La società privata indipendente di ingegneria di sistemi aerospaziali è di proprietà della famiglia di Valfredo Zolesi, scomparso nel luglio 2021. Oggi guidata dal figlio David, si occupa di progettazione, sviluppo, produzione e collaudo di sistemi e componenti utilizzati per attività di ricerca scientifica e tecnologica a bordo di piattaforme spaziali. Valfredo Zolesi, padre di Kayser Italia, amava dire che l’attività dell’azienda punta a "far sì che le strade del possibile divengano quelle del concretamente realizzabile".