Domenica 6 Ottobre 2024
ELENA G. POLIDORI
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Multe più salate, altra stangata. Appello per fermare gli aumenti

Sanzioni indicizzate all’inflazione: più 11% dal 2023. Ma i consumatori chiedono l’intervento del Governo. Più cara la sosta in ztl senza permesso. Una mazzata se si superano di 60 chilometri i limiti: 938 euro

Roma, 20 novembre 2022 - Non c’è l’inganno, ma la beffa invece sì. In un momento di congiuntura economica tutta da dimenticare, ci si mette anche l’inflazione a fare brutti scherzi. Come quello del possibile – anzi, annunciato – aumento delle multe. Il dato non è ancora stato calcolato con precisione ma a luglio era del 9,8% e ora potrebbe sfiorare l’11%. E così il divieto di sosta passerebbe da 42 euro a 46 euro, le violazioni di una Zona a Traffico Limitato da 83 a 92 euro, quella per l’uso del cellulare alla guida da 165 euro a 183 euro, bruciare un semaforo di giorno da 167 euro a 185, di notte dai 222 euro ai 244.

Altra stangata: multe più salate
Altra stangata: multe più salate

Preparatevi, insomma, a cedere parte dello stipendio quando per una disattenzione o un’incomprensione commetterete un errore alla guida. Neanche a dirlo se lo commetterete più volte. La denuncia circa i possibili rincari delle sanzioni arriva da Simone Baldelli, già presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui consumatori e da anni protagonista di battaglie in favore della trasparenza in tema di multe. L’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ha lanciato poi un appello affinché gli aumenti vengano bloccati perché si rischierebbe il "default" stradale: la gente non solo rinuncerebbe all’auto, ma alzerebbe le braccia davanti alle multe da pagare perché oppressa da un carovita insostenibile.

Pure il Codacons si dice pronto alla battaglia legale anche se questi aumenti sarebbero destinati ad incrementare i 3 miliardi di euro annui che i Comuni italiani incassano e questo sulla base del calcolo secondo cui in Italia vengono comminate ogni anno circa 2,5 milioni di contravvenzioni.

Già ad agosto il Codacons si scagliò contro la possibilità di utilizzare le entrate dei Comuni provenienti da sanzioni per pagare il caro bollette, presentando un ricorso alla Corte Costituzionale perché – sulla carta – i proventi delle sanzioni riguardanti il Codice della Strada dovrebbero essere destinati, come prevede la legge, alla sicurezza stradale. Ma un emendamento al Decreto Aiuti (approvato in sede di conversione in legge e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale) autorizzerebbe i Comuni, spiegava il Codacons, a utilizzare per il solo anno 2022 i proventi delle multe comminate per il superamento dei limiti di velocità, nonché gli introiti della sosta a pagamento sulle strisce blu, a copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas. E questo avverrebbe sottraendo le somme alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, come prevedeva la legge per rendere più sicura la viabilità e salvare la vita a migliaia di persone.

D’altra parte, nel 2021 ci sono stati in Italia 2.875 morti sulle strade (+20% rispetto all’anno precedente), quasi 8 al giorno, 204.728 feriti (+28,6%) e 151.875 incidenti stradali (+28,4%). Sostiene, in proposito, il presidente del Codacons Carlo Rienzi: "Incredibile che nessuno abbia detto nulla rispetto a un obbrobrio normativo di questo tenore, che avrà un impatto diretto e sicuramente nefasto sulla sicurezza sulle nostre strade". Proprio in tema di comportamenti stradali scorretti sono partite a Roma le prime sanzioni contro la sosta selvaggia dei monopattini. Grazie al progetto avviato da Consumerismo e dalla società di micromobilità in sharing Dott, in soli 4 mesi nella Capitale ben 1.200 utilizzatori di monopattini elettrici in condivisione che avevano parcheggiato i mezzi in modo scorretto hanno ricevuto un primo avvertimento; 81 quelli che sono stati sanzionati.