Giovedì 16 Maggio 2024

Wwf denuncia: un terzo dei siti Patrimonio dell'umanità a rischio trivellazioni

Il nuovo rapporto del Wwf punta il dito alle crescenti concezioni per estrazioni di gas, petrolio e minerali nelle riserve naturalistiche

Il lago Malawi (Olycom)

Il lago Malawi (Olycom)

Roma 2 ottobre 2015  - Rapporto choc del Wwf sui siti naturali Patrimonio dell'umanità. Il 31% di questi gioielli della Terra, tra cui 70 su 229 tra barriere coralline, parchi nazionali, riserve naturalistiche, è messo a rischio dalle esplorazioni per la ricerca di petrolio, gas e minerali, che hanno visto una crescita rispetto al 24% di un anno fa. 

La denuncia del Wwf punta il dito sui Paesi in via di sviluppo. Dal parco nazionale del Virunga in Congo a quello del Lago Malawi, fino a uno dei più grandi parchi faunistici mondiali, la riserva Selous in Tanzania, 25 Patrimoni mondiali su 41 (61%) sono interessati da attività o concessioni per le estrazioni. In Asia il problema riguarda 24 siti su 70 (34%), nell'America latina e caraibica 13 su 41 (31%). 

Meno grave in Ocidente: in Europa e Nord America sono in pericolo 7 siti su 71 (10%). Tra questi il parco nazionale Donana, situato nell'estuario del fiume Guadalquivir, nel sud della Spagna, una delle zone umide più importanti d'Europa per l'unicità della biodiversità che ospita. "I siti naturali Patrimonio dell'umanità, che coprono meno dell'1% della superficie del Pianeta e hanno un valore eccezionale in termini di specie e paesaggi, corrono un rischio crescente di sfruttamento e di danni irreparabili, che a loro volta danneggiano le comunità dipendenti da questi luoghi per la sussistenza", avverte il Wwf. La minaccia interessa anche alcuni degli animali più rari della Terra, come i gorilla di montagna e gli elefanti africani, i leopardi delle nevi, le balene e le tartarughe marine.