Mercoledì 24 Aprile 2024

LA STORIA / Florida, preso l’uomo d’oro degli abissi: in fuga con tonnellate di lingotti

Florida, nell’88 recuperò un tesoro sommerso senza spartirlo coi soci. Da due anni viveva sotto falso nome e pagava solo in contanti: ora si farà avanti anche il Fisco

Tommy Thompson, con alcuni compagni nel 1988, quando recuperò l’oro: il gruppo sta osservando alcune monete

Tommy Thompson, con alcuni compagni nel 1988, quando recuperò l’oro: il gruppo sta osservando alcune monete

NEW YORK, 30 gennaio 2015 - L’UOMO d’oro degli abissi, ricercato da due anni, viveva tranquillo in un albergo della Florida insieme alla sua assistente. Tommy Thompson, 62 anni, e Alison Antekeier, 45, si sono fatti arrestare senza opporre resistenza mentre erano ancora in pigiama nella suite dell’Hotel Hilton di Boca Raton, dove le stanze più modeste costano 240 dollari al giorno. Da due anni pagavano solo in contanti e vivevano sotto falso nome.

Il giudice ha ordinato il loro fermo perché entrambi non si erano presentati in tribunale nel 2012 per spiegare le ragioni della loro ricchezza, mai dichiarate al fisco.

Da diversi anni Thompson, soprannominato il ‘golden boy’ per aver localizzato per primo nel 1988 il tesoro di una nave americana affondata nel 1857, era inseguito dagli avvocati dei suoi ex soci. I quali non hanno mai visto un centesimo degli oltre 11 milioni di dollari investiti negli anni Ottanta per costruire un’imbarcazione destinata al recupero del tesoro che si trovava a bordo della ‘Central America’, un vascello affondato 200 miglia al largo della coste del South Carolina con 452 persone più di 130 anni fa.

Thompson, un geniale oceanografo originario dell’Ohio, scoprì per primo il relitto, mise insieme un gruppo di azionisti per finanziare l’impresa ma, nonostante si ritiene che abbia recuperato fra le 3 e le 18 tonnellate d’oro in lingotti e monete, non divise mai il tesoro con nessuno. Tre dei suoi ex amici gli hanno fatto causa, mentre altre 32 compagnie di assicurazione si sono messe sulle sue tracce sostenendo che l’oro a bordo della ‘Central America’ era assicurato e apparteneva a loro.

I GRANDI faccioni di Tommy e Alison campeggiavano da mesi sui grandi poster sospesi lungo le autostrade della Florida ma le numerose segnalazioni non avevano mai portato a nulla perché l’ingegnere marino, con i capelli lunghi e il pizzetto, aveva cambiato fisionomia. Adesso il ‘cacciatore di tesori’ e la sua compagna rischiano anni di carcere per mancata comparizione in corte anche se contro di loro non si è ancora sostanziata alcuna accusa. Thompson avrebbe venduto parte delle monete a collezionisti anche esteri, ricevendo solo pagamenti in contanti. Molto denaro sarebbe stato sotterrato in centinaia di tubi di metallo impermeabili che la coppia estraeva uno alla volta solo per pagare le spese della loro routine.

Con le catene ai piedi, ieri Tommy e Alison si sono presentati alla sbarra nel tribunale distrettuale di West Palm Beach. Dalle loro celle si sente il rumore dell’oceano. Quello stesso Atlantico che dopo aver segnato la gloria di Tommy rischia di diventare la sua condanna.

DEI LINGOTTI e delle monete del tesoro nascosto sulla “SS Central America” però non c’è ancora alcuna traccia. Dall’aprile scorso la Odyssey Marine Exploration di base in Florida ha continuato a estrarre monete, lingotti d’oro e d’argento dal relitto arrugginito della ‘Central America’. Le ricchezze nel ventre della nave sembrano inesauribili. Il tribunale ha autorizzato Ira Kane, un socio di Thompson, a guidare le operazioni di recupero a condizione che metà del ricavato sia distribuito agli investitori che non sono mai stati pagati. Ma questo potrebbe non bastare al ‘golden boy’ ad evitare una detenzione severa. Soprattutto se, dopo il tribunale, si metterà di mezzo il fisco.