Venerdì 26 Aprile 2024

Ucraina, Hollande e Merkel in missione a Kiev e Mosca. Spunta l'ipotesi 'caschi blu'

Il presidente francese e la cancelliera tedesca nella capitale ucraina poche ore dopo Kerry. Il segretario di Stato Usa ha garantito nuovi impegni finanziari a favore di Kiev e non escluso l'invio di armi per contrastare i filorussi. Mosca disposta al dialogo. Ma solo se Washington non disporrà forniture belliche: "Sarebbe una minaccia". E Putin mobilita i riservisti

Summit a Kiev: Angela Merkel, Petro Poroshenko, Francois Hollande (REUTERS / VALENTIN OGYRENKO)

Summit a Kiev: Angela Merkel, Petro Poroshenko, Francois Hollande (REUTERS / VALENTIN OGYRENKO)

Roma, 5 febbraio 2015  - Di fronte allo sprofondare della crisi in Ucraina, la comunità internazionale gioca ancora la carta della diplomazia. Il presidente francese, Francois Hollande, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, volano nelle prossime ore a Kiev e domani saranno a Mosca per portare un nuovo piano di pace. Non si conoscono i contenuti del piano di Hollande e Merkel, ma l'Ucraina non può attendere. "Si è passati dal disaccordo al conflitto, dal conflitto alla guerra, adesso si rischia la guerra totale". Il titolare dell'Eliseo ha spiegato che è un testo "accettabile da tutti" e che si basa "sull'integrità territoriale dell'Ucraina". Lui e la Merkel vi hanno lavorato "per giorni".

L'AMICO USA - Il duo franco-tedesco è arrivato in Ucraina poche ore dopo il segretario di Stato americano, John Kerry, che ha garantito nuovi aiuti finanziari (e sostegno all'iniziativa franco-tedesca). I leader ucraini hanno ringraziato e rilanciato chiedendo armi per combattere i ribelli filorussi. In conferenza stampa Kerry ha detto che Putin può "fare la scelta di finirla con la guerra" in Ucraina, dove più di 5.300 persone sono morte in dieci mesi di conflitto armato nell'est tra le forze di Kiev e i ribelli filorussi.Il tutto mentre un crescente gruppo di senatori repubblicani e democratici degli Stati Uniti, capeggiato dal falco repubblicano John McCain, continua a criticare il presidente Obama per la riluttanza ad aprire la forniture belliche a Kiev. "Il presidente deciderà presto" ha detto Kerry in conferenza stampa. "Egli - ha aggiunto - passerà in rivista tutte le opzioni. Una di queste è la fornitura di armi difensive", ha aggiunto, perché "gli accordi di pace di Minsk", firmati a settembre tra Kiev e i separatisti filorussi con la partecipazione di Mosca e dell'Osce, "non sono stati messi in pratica". 

RISPOSTA DEL CREMLINO - Mosca, da parte sua, ha fatto sapere di essere pronta a un dialogo "costruttivo" con Hollande e Merkel, ma che l'eventuale fornitura di armi letali da parte di Washington sarebbe considerata una "minaccia" alla sua sicurezza e costituirebbe un "danno colossale" ai rapporti tra Washington e Mosca. E tanto perché il messaggio fosse chiaro Putin (messo sotto pressione dal Pentagono per 'sospetto autismo')  ha ordinato la mobilitazione per due mesi dei riservisti. Decreto che il presidente firma ogni anno, in Russia, ma che ora assume tutta un'altra evidenza.

ANCORA VITTIME - Mentre la diplomazia lavora, la crisi umanitaria diventa sempre più grave. Nell'est dell'Ucraina si continua a morire (19 vittime solo nelle ultime 24 ore). La situazione è particolarmente tesa a Debaltseve, strategico nodo ferroviario che collega Lugansk e Donetsk, assediata da giorni dai ribelli separatisti: l'Ue e l'Onu hanno nuovamente fatto un appello al cessate il fuoco immediato per consentire ai civili di poter fuggire dall'area. 

FIBRILLAZIONE NATO - Intanto a Bruxelles i ministri della Difesa della Nato si riuniscono per decidere come rafforzare la propria presenza sul fianco orientale: l'obiettivo è la creazione di una nuova forza di 5.000 uomini e sei centri di comando, in altrettanti Stati membri nell'est dell'Europa. "E' la risposta all'azione aggressiva della Russia che ha violato la legge internazionale e annesso la Crimea", ha spiegato il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. Le decisioni si inseriscono nel contesto più ampio della modernizzazione della 'forza di reazione rapida' creata nel 2003, attualmente di 13mila uomini, e che ora viene portata a 30mila uomini. La nuova brigata 'Spearhead' (VJTF, forza di prontissima risposta nel gergo Nato, sarà dotata di 5mila soldati dispiegabili in 48 ore e potrà contare su 6 centri di comando nell'est europeo «immediatamente operativi» in Polonia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania.

'SITUAZIONE SERIA' -  Stoltenberg ha definito la situazione "seria" e ha tenuto a evidenxiare che "che può peggiorare". "Non spetta all'Alleanza decidere sulle forniture all'Ucraina, sono i singoli paesi a doverlo fare" ha aggiunto.

NO DELLA PINOTTI - Il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, si è detta contraria all'invio di armi letali a Kiev. Secondo la Pinotti, "nel momento in cui c'è un'escalation la rafforzeremmo, mentre invece dobbiamo contribuire a raffreddarla". 

IPOTESI ONU - Tra le ipotesi di soluzione si fa strada anche quella di uno schieramento dei caschi blu dell'Onu nel Donbass. Secondo un portavoce del ministero degli Esteri russo, anche questo argomento sarà discusso nel vertice Putin-Merkel-Hollande di domani al Cremlino. E da Donetsk, uno dei negoziatori dei separatisti filorussi ha sostenuto che l'autoproclamata repubblica non si opporrebbe.