Venerdì 26 Aprile 2024

Tunisia alla svolta laica. Essebsi è il nuovo presidente

Il candidato laico del partito Nidaa Tounes ha battuto il rivale Moncef Marzouki, ottenendo il 55,68% delle preferenze contro il 44,32%

Il neo presidente tunisino Beji Caid Essebsi (Reuters)

Il neo presidente tunisino Beji Caid Essebsi (Reuters)

Roma, 22 dicembre 2014  - E' Beji Caid Essebsi il nuovo presidente della Tunisia: secondo quanto annunciato dalla Commissione elettorale, il candidato laico ha battuto il rivale Moncef Marzouki, ottenendo il 55,68% delle preferenze contro il 44,32%. L'88enne nuovo capo di Stato ha ottenuto 1,7 milioni di voti contro gli oltre 1,3 di Marzouki. La vittoria, già rivendicata ieri sera da Essebsi, forte degli exit poll che lo davano sopra il 53%, era stata contestata stamane dal presidente ad interim, appoggiato dagli islamisti, che poco fa però si è congratulato, riconoscendo la vittoria del rivale nelle elezioni presidenziali. 

Già nella notte, sostenitori del partito Nidaa Tounes di Essebsi avevano festeggiato nella capitale, ma alla conferma ufficiale della vittoria, si sono registrati scontri nel sud del Paese, ad Hamma, con centinaia di giovani scesi in strada a protestare, paventando il ritorno del vecchio regime. La polizia ha sparato lacrimogeni contro i manifestanti che avevano dato fuoco a pneumatici e bloccato le strade. 

Il candidato laico era stato indicato come favorito già da ottobre quando il suo partito aveva vinto alle elezioni parlamentari, e al primo turno aveva conquistato il 39% delle preferenze contro il 33% di Marzouki, ex attivista politico incarcerato sotto il regime di Zine El Abidine Ben Ali e divenuto presidente ad interim con l'appoggio degli islamisti di Ennahda. 

Tensioni tra gli schieramenti si erano registrate durante la campagna elettorale con Essebsi che si era rifiutato di partecipare a un dibattito con il rivale definendolo un "estremista" e accusando gli islamisti che di aver rovinato il Paese dopo la rivoluzione del 2011 che ha messo fine al regime di Bel Ali. 

Dall'altra parte, Marzouki non aveva perso occasione per dipingere il rivale come l'uomo che avrebbe riportato indietro il Paese a prima della Rivoluzione dei Gelsomini che nel 2011 aveva segnato l'avvio della Primavera araba. Un'accusa respinta dal diretto interessato che si è presentato come il tecnocrate di cui il Paese ha bisogno dopo tre anni difficili per la Tunisia in mano agli islamisti. 

Stamane, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, si era congratulato con il Paese per la "pietra miliare" posta dal voto presidenziale, il primo libero dall'indipendenza. Un successo che conferma "il ruolo storico della Tunisia", ha dichiarato Fabius in un comunicato, Paese dal quale è nata la Primavera araba, "l'unico" di questi che è "riuscito a sopravvivere", come ha sottolineato il settimanale 'Tunis Hebdo'.