Mercoledì 24 Aprile 2024

"Test negativi, non ha piu il virus". L'infermiera spagnola è guarita

Dopo due settimane. Il suo fu il primo contagio avvenuto in Europa

Teresa Romero, l'infermiera spagnola contagiata da Ebola (Ansa)

Teresa Romero, l'infermiera spagnola contagiata da Ebola (Ansa)

MADRID, 20 ottobre 2014 - L'INFERMIERA spagnola Teresa Romero, colpita dall'Ebola, non mostra più presenza del virus nel sangue. Una buona notizia sul fronte della lotta alla malattia, che giunge nel giorno in cui l'Organizzazione mondiale della sanità ha ammesso errori e miopia nell'affrontare l'emergenza. Secondo fonti dell'ospedale Carlos III di Madrid, un test volto a individuare il virus praticato ieri sulla donna, 44 anni, ricoverata dal 6 ottobre, è risultato negativo. «I tre esami fatti, compreso quello di Teresa, sono negativi», ha affermato la fonte citata dalla France Presse. Tuttavia la cautela è d'obbligo. Se anche un secondo test darà risultato negativo, il caso potrà dichiararsi praticamente chiuso, ma non per questo la paziente potrà essere dichiarata guarita e dimessa. Romero ha infatti una grave infezione ai polmoni e solo tre giorni fa ha ricominciato a mangiare. La donna, dicono i sanitari citati da El Pais, dovrà restare in osservazione per altre tre settimane per esser certi che non si riprenda l'Ebola (il virus ha un'incubazione che dura 21 giorni) e solo se l'infezione non si riprodurrà potrà esser dichiarata guarita. Nei giorni scorsi, il marito della donna aveva fatto sapere che intende intraprendere un'azione legale contro le autorità sanitarie spagnole. Romero, aveva poi riferito la portavoce della coppia, Maria Teresa Mesa, aveva chiesto al marito notizie sul loro cane, Excalibur, soppresso fra le polemiche l'8 ottobre, e lui le aveva risposto di non preoccuparsi dell'animale.

LA DONNA aveva raccontato di aver contratto Ebola «nel momento in cui mi sono tolta la tuta di biosicurezza», mentre curava uno dei due religiosi morti in Spagna a causa del virus, prima contagiata in Europa dal virus Ebola. Un'ipotesi corroborata da German Ramirez, del servizio di Medicina interna dell'Unità di Malattie Tropicali del Carlo III-La Paz, che ha parlato più volte con l'ammalata, ricostruendo tutta la procedura seguita.