Venerdì 26 Aprile 2024

Ferrari, Mattiacci si congeda: "Vettel è stato il mio regalo"

L'ex Team Principal, appena sostituito da Arrivabene, si confessa: "Ho fatto solo otto mesi, ma i progressi di questo periodo vedrete che pagheranno"

Marco Mattiacci (Alive)

Marco Mattiacci (Alive)

«Non voglio fare commenti sull'epilogo della mia esperienza in Ferrari. E non li farò nemmeno in futuro. E' una questione di stile». Marco Mattiacci, a suo modo, è già nella storia del Cavallino. Mai un capo del reparto corse era rimasto in sella per un periodo tanto breve: meno di otto mesi. La brutale estromissione, all'indomani della operazione Vettel, alimenta ovviamente mille curiosità. A quanto pare, dovremo tenercele.

Anche se... 

«Tutto ciò che non ti uccide ti rafforza - sospira Mattiacci dalla sua residenza milanese -. E a scanso di equivoci io ero e resto innamorato della Rossa».

Poche settimane e mezzo a Maranello: è stato un Vietnam?

«No, anzi! E' stata una esperienza bellissima».

Finita malissimo.

«A me interessa dire che ho lavorato per quindici anni per una azienda, la Ferrari, che è davvero speciale. E' un privilegio, per uno come me che di primavere ne ha appena quarantatrè».

La vita continua.

«Appunto».

Ma il bilancio di poche settimane e mezzo in Rosso com'è?

«Sono convinto di avere attivato, insieme a tanta gente in gamba, piccoli progressi che pagheranno in futuro».

Insomma, non è stato tutto inutile.

«No, no. Ho appena visto le immagini di Vettel finalmente nel box della Ferrari, ad Abu Dhabi. Ecco, Seb porta una energia positiva, una carica di nuovo entusiasmo».

Senza Mattiacci al muretto.

«Non importa, la Ferrari è sempre più importante dei singoli».

Potremmo dire che Vettel è il tuo regalo d'addio.

«Se lo scrivi non mi dispiace».

Rimpianti?

«Ripeto, non intendo parlare del finale. E sono sincero nel dire che Maurizio Arrivabene è una ottima persona, con tutte le competenze necessarie per dare ai tifosi del Cavallino le soddisfazioni che meritano, cioè che meritiamo».

Hai già svuotato i cassetti a Maranello?

«Non ancora, ma quando arrivo accetto l'invito per un piatto di tortellini. Quelli, mi mancheranno di sicuro».

Gli mancherà anche la Ferrari.