Mercoledì 24 Aprile 2024

Tania Cagnotto e il milionesimo tuffo. "E' l'ultimo, ora farò la mamma"

La campionessa dice addio. Epilogo a Torino per la principessa del trampolino

Tania Cagnotto alle Olimpiadi di Rio del 2016 (Ansa)

Tania Cagnotto alle Olimpiadi di Rio del 2016 (Ansa)

Torino, 12 maggio 2017 - "L’ultimo tuffo? Ho una fifa blu! Ho paura di sbagliarlo...". Tania Cagnotto è al passo d’addio. Domani a Torino, ai campionati italiani, chiude ufficialmente una carriera gloriosa. Medaglie olimpiche e mondiali, titoli europei e nazionali, una vita spesa a salire la scaletta che porta al trampolino o alla piattaforma. «Eh, mi sono messa a contare – sospira la campionessa – Quando si sta per smettere, tornano in mente tante cose...»

Cosa ha contato, Tania?

«Tutti i tuffi che ho fatto».

Addirittura.

«Ho cominciato da bambina. Ero piccola piccola».

E figlia d’arte.

«Mamma era stata in nazionale. Papà aveva fatto coppia con Klaus Dibiasi, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta».

Più che una vocazione, la sua era una faccenda di Dna.

«Ah, di sicuro i genitori non mi hanno osteggiato. Ma ammetto che entrare in acqua a testa in giù mi piaceva proprio».

E intanto gli anni sono passati.

«Infatti le dicevo dei miei calcoli. Per una vita intera, tra i cinquanta e gli ottanta tuffi, dipendeva dal periodo di preparazione».

Cinquanta ottanta tuffi alla settimana?

«Ma cosa ha capito? Al giorno!».

Una magnifica ossessione.

«Nel mio sport si è condannati alla ripetitività. Il gesto tecnico, l’esecuzione, la ricerca della perfezione».

Per quante volte, Tania?

«Idealmente credo di essermi tuffata in acqua più di un milione di volte».

Bella cifra.

«Ora mi emoziona la consapevolezza di essere all’ultima esibizione. E se mi viene la lacrima?»

Rimpianti?

«No, avevo deciso di smettere adesso già prima di andare alla Olimpiade del 2016. Ed è stata una scelta fortunata, visto che finalmente ai Giochi di Rio sono riuscita a salire sul podio, da sola e con la mia amica Francesca».

Ma non le mancheranno la scaletta, il cloro, l’acqua, lo splash, l’attesa per il voto dei giudici?

«Tanto, ma era venuto il momento di staccare, di pensare ad altro, alla famiglia, a fare dei figli».

Allora ha avuto torto Totti, nel calcio, a tirarla tanto per le lunghe.

«Invece ha fatto bene a continuare, visto che se la sentiva. Vede, per un maschio è diverso, il momento del congedo. Francesco ha inseguito il pallone e nel frattempo si è sposato, ha fatto dei bambini, eccetera. Per una donna non è così semplice abbinare agonismo e sentimenti privati. Io ammiro chi ce la fa, penso a Valentina Vezzali. E però sono contenta della scelta che ho fatto».

Tania, quale sarà l’ultima gara, domani a Torino?

«Trampolino da un metro, oramai salire più in alto mi procura le vertigini...»

Adesso non esageriamo, cara principessa dei tuffi.

«Eh, ma tanto ci rivedremo. Non mi immagino fuori dalle piscine. Mi piacerebbe insegnare l’arte alle giovanissime». Per tuffarsi ancora. «Ma a due milioni non ci arrivo...».