Mercoledì 24 Aprile 2024

Giro Italia 2017, la classifica finale e i risultati dell'ultima crono

Tom Dumoulin ha vinto il Giro 100 ribaltando la classifica nella crono finale: secondo posto finale per Nairo Quintana e terzo il nostro Vincenzo Nibali, ultima tappa a Van Emden. Le pagelle dell'ultima tappa

Tom Dumoulin, vincitore del Giro d'Italia 2017 (Lapresse)

Tom Dumoulin, vincitore del Giro d'Italia 2017 (Lapresse)

Milano, 28 maggio 2017 - Tom Dumoulin ce l'ha fatta: ha ribaltato Quintana nella cronometro finale di Milano e vinto il Giro d'Italia 2017, diventando il primo olandese in cento edizioni ad aggiudicarsi la corsa rosa. E per il paese dei mulini l'ultima giornata finisce davvero in gloria, con il successo di giornata dello specialista Jos Van Emden davanti allo stesso Dumoulin ed il terzo posto del campione italiano a cronometro Manuel Quinziato. Salgono sui due gradini bassi del podio finale del Giro 100, separati fra loro da appena 9", il Condor Nairo Quintana e lo Squalo Vincenzo Nibali, che ha comunque sfoderato una prova finale di grande orgoglio e ottimo valore, risultando il migliore degli uomini di classifica alle spalle, naturalmente, di Dumoulin. Per Vincenzo si tratta del quinto podio al Giro dopo i successi del 2013 e 2016 e i terzi posti del 2010 e 20111, e della nona top 3 in una grande gara a tappe contando anche i trionfi a Tour 2014 e Vuelta 2010, il terzo posto alla Grande Boucle del 2012 ed il secondo sulle strade di Spagna nel 2013. Soltanto applausi, quindi, per colui che è stato anche l'unico italiano capace di vincere una tappa in questa centesima edizione del Giro e che, a dispetto dei 33 anni che compirà a novembre, continua ad essere l'uomo di punta del nostro spelacchiato movimento.

"È un sogno, non so cosa dire, quando ho passato la linea d'arrivo mi hanno detto che ho vinto, poi ho visto sul monitor che in quel momento avevo solo 3" su Quintana e mi sono raggelato. Invece alla fine ce l'ho fatta, non avrei immaginato tutto questo. Durante la corsa non volevo sapere i distacchi degli avversari, ma a metà percorso mi hanno detto dalla radio di non prendere rischi, e ho capito che forse ce l'avevo davvero fatta", le prime parole di un emozionatissimo Dumoulin.

TUTTI I VERDETTI DEL GIRO - Dumoulin, dunque, ha fatto quello che ci si aspettava, dimostrando di avere, dopo tre settimane di Giro, delle gambe ancora sufficientemente fresche da spingere un rapporto impossibile come il 58x11, invogliato dal falsopiano in leggera discesa che contraddistingueva i 29,3 km dal circuito di Monza al Duomo di Milano. Distanza che l'olandese ha coperto alla media di 52,6 km/h, rifilando 54" a Nibali, 1'14" a Quintana e 1'27" ad uno spento Pinot. Altri verdetti di questa ultima crono, la conferma del sesto posto di Domenico Pozzovivo, suo secondo miglior risultato di sempre dopo la quinta posizione del 2014, ed il sorpasso di Bob Jungels ad Adam Yates che è valso al lussemburghese la conquista della seconda maglia bianca consecutiva di miglior giovane, mentre erano già certe la ciclamino di Fernando Gaviria, dominatore della classifica a punti, e l'azzurra di miglior scalatore andata allo sfortunato Mikel Landa.

UN NUOVO INDURAIN? - Una crescita costante, quella di Dumoulin, che ha capito di poter competere in un grande giro alla Vuelta del 2015, persa dal nostro Fabio Aru solo all'ultima tappa di montagna precipitando, in un colpo solo, dalla prima alla sesta posizione. Da allora, però, di acqua sotto i ponti ne è passata, e tanta: l'anno scorso il bel Tom aveva già preso le misure al Giro, puntando (e centrando) il prologo casalingo di Apeldoorn e vestendo per una settimana la maglia rosa, difesa con autorità anche sul primo (facile) arrivo in salita di Roccaraso. Ma nei piani di Dumoulin, nel 2016, c'era soprattutto il sogno olimpico, e così l'olandese salutò a metà Giro, lamentando dolori al soprassella quando comunque era già uscito di classifica. Poi vennero due splendide vittorie al Tour de France - la tappa pirenaica di Andorra e la cronometro di La Caverne-du-Pont d'Arc - e l'argento nella cronometro a cinque cerchi di Rio, alle spalle soltanto di quel fenomeno che risponde al nome di Fabian Cancellara, e che con quel nuovo trionfo olimpico ha posto fine alla propria carriera.

Quest'anno, invece, la stagione di Dumoulin ruotava proprio intorno al Giro d'Italia: appena quattordici giorni di gara prima di presentarsi al via della Sardegna, e un lavoro specifico per migliorare la tenuta in montagna. Già al primo test severo, quello del Blockhaus, era arrivato un ottimo terzo posto a una ventina di secondi da Quintana; poi, addirittura, la vittoria al Santuario di Oropa, come Pantani '99 vestendo la maglia rosa, conquistata sbaragliando il campo nella cronometro del Sagrantino. Da allora, i paragoni con il grande Miguel Indurain hanno iniziato a sprecarsi. Ma a differenza del Navarro, abituato a distribuire favori con saggezza e lungimiranza nelle tappe di montagna, in modo da avere in gruppo molti più amici che nemici, Dumoulin nell'ultima settimana ha commesso qualche leggerezza di troppo: l'errata alimentazione che gli ha causato un violento attacco di dissenteria ai piedi dell'Umbrailpass, nella tappa di Bormio; e soprattutto la spavalderia nelle dichiarazioni rese a caldo dopo la tappa di Ortisei, quando si era augurato che Nibali e Quintana, rei di non avergli dato cambi nel finale per inseguire Pinot, perdessero il podio dal francese. Un'alzata di testa che lo Squalo ed il Condor hanno provato a fargli pagar caro già all'indomani, quando Dumoulin s'è fatto sorprendere nella coda del gruppo scendendo da Cima Sappada, a oltre 140 km dall'arrivo. Un inseguimento disperato che, sia pure coronato dal successo, ha poi presentato il conto sull'arrivo in salita di Piancavallo, dove l'olandese ha dovuto restituire la maglia rosa a Quintana. Il resto è storia recente: ieri l'ultimo, disperato attacco di Nibali, Pinot e dello stesso Quintana, che ha però fruttato la miseria di 15" sul traguardo di Asiago. Ed oggi l'annunciata cavalcata trionfale nella cronometro di Milano, che ha visto il corridore della Sunweb mettere le cose in chiaro fin dal primo intermedio - nel quale aveva già superato Nibali e Pinot, e messo nel mirino Quintana - per coronare poi il proprio trionfo all'ombra del Duomo. L'impressione, è che questo Giro d'Italia 2017 abbia consacrato un possibile dominatore delle grandi gare a tappe dei prossimi anni.

Ordine d'arrivo 21ª tappa: Autodromo di Monza-Milano 1 Jos Van Emden (Ola) Team LottoNL-Jumbo in 33'08" 2 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb a 15" 3 Manuel Quinziato (Ita) Bmc Racing Team a 27" 4 Vasil Kiryienka (Ola) Team Sky a 31" 5 Joey Rosskopf (Usa) Bmc Racing Team a 35" 6 Jan Barta (Cec) Bora-Hansgrohe a 39" 7 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb a 51" 8 Bob Jungels (Lux) Quick Step Floors a 54" 9 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice a 57" 10 Andrey Amador (Cri) Movistar Team a 1'02" Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida a 1'09" Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 1'29" Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 1'42" Classifica finale 100° Giro d'Italia   1 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb in 90h34'54"   2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 31"   3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida a 40"   4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 1'17"   5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 1'56"   6 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale a 3'11"   7 Bauke Mollema (Ola) Trek-Segafredo a 3'41"   8 Adam Yates (Gbr) Orica-Scott a 7'04"   9 Bob Jungels (Lux) Quick Step Floors a 8'10"" 10 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac a 15'17"